Pensavamo che si sarebbe riposato qualche giorno dopo la vittoria dell’Oscar e il discorso emotivamente impegnativo che ha affrontato sul palco il 9 febbraio, invece, a distanza di poche ore – il giorno seguente – Phoenix si è diretto in un macello di Pico Rivera presso la Contea di Los Angeles per prelevare e salvare una mucca e la sua vitellina appena nata.

Si tratta di uno strappo alla regola che viene adottato in diversi macelli: quando una mucca partorisce inaspettatamente all’interno della loro area di detenzione, questa e il suo piccolo (o piccola, come in questo caso) non vengono uccisi, ma vengono salvati.

Non sappiamo esattamente come e quando sia avvenuto il primo incontro tra Phoenix e il proprietario del macello per concordare il salvataggio in questione.
Certamente però sembrerebbe che ci sia un dialogo costante e aperto tra l’associazione LA Animal Save – iI gruppo animalista che spesso frequenta Phoenix per le veglie ai maiali e altre iniziative varie – e il mattatoio Manning Beef della California, in quanto questa è già la quinta coppia madre-figlio che l’associazione ha prelevato e salvato negli ultimi anni dalla struttura.

Phoenix ha dunque “negoziato” la liberazione degli animali dal macello insieme a un gruppo di persone, che comprendeva: la compagna e collega attivista Rooney Mara, sua madre Arlyn Sharon Dunetz, l’amico attivista e regista del documentario antispecista Earthlings Shaun Monson, il fondatore di Los Angeles Animal Save Amy Jean Davis e il presidente e co-fondatore del santuario per animali Farm Sanctuary Gene Baur.

Nel breve documentario sul prelievo degli animali realizzato da Monson e che trovate in fondo all’articolo, vediamo Phoenix parlare con il proprietario del macello Anthony Di Maria, il quale spiega come le mucche che utilizza vengano acquistate all’asta dall’industria lattiero-casearia quando non producono più latte e quindi non gli servono più. Acquista solo quelle ancora discretamente in salute, evitando quelle “a tre gambe”, azzoppate e ferite. Vengono trattate “umanamente”, affermando che il metodo con cui le uccide è fra i più veloci dello stato in quanto muoiono in meno di 60 secondi.

A questo punto Phoenix sottolinea che il problema etico dello sfruttamento animale non riguarda soltanto l’uccisione dell’animale, ma l’intero processo: “E’ anche allevarli, separarli dalla propria famiglia, usarli…”; e l’allevatore gli dà ragione, concorda che tutto il processo causa dolore e sofferenza agli animali.

Finito il confronto diplomatico, il gruppo preleva con successo dal luogo la mucca e la vitellina – che Phoenix ha chiamato rispettivamente Liberty e Indigo – caricandole su un caravan bianco attrezzato allo scopo e trasportandole in Acton, California, dove si trova il Farm Sanctuary e dove vivranno insieme, per sempre in pace – insieme ad altri animali salvati – per il resto della loro vita.

Senza l’atto di gentilezza del proprietario del macello, Liberty e Indigo avrebbero incontrato una terribile morte, delle mani violente e una morte altrettanto violenta.

Liberty e Indigo invece non sperimenteranno mai più crudeltà o il tocco di una mano ruvida.

Phoenix e tutto il gruppo che ha partecipato al salvataggio degli animali sono perciò molto grati al proprietario del mattatoio Manning Beef, Anthony Di Maria.

“Ti manderò le foto della mamma e della figlia mentre saranno libere nei campi, ok?” ha detto Phoenix ringraziandolo di cuore insieme a sua madre e lasciando l’ufficio.

Questo è stato un esempio di attivismo gentile, che ha sollevato alcune polemiche in questi giorni, contestato da alcuni attivisti per gli animali che contemplano soltanto un approccio duro e puro a queste tematiche – e se necessario violento – per impedire l’uccisione degli animali. In questo caso si contesta di essere scesi a patti con un macellaio e di aver salvato soltanto due vite e non aver fatto nulla per le altre.

Al di là del salvataggio delle due vite – importantissimo, e mai banale – il documentario di Monson è anche un modo per diffondere la cultura vegan e illustrare a tutti quelli che non la conoscono, la cruda realtà che vivono proprio quegli animali – mucche e vitelli – di cui Phoenix ha parlato sul palco durante la premiazione degli Oscar nel fulcro del suo discorso.

Ecco perciò il piccolo video realizzato da Shaun Monson che racconta il salvataggio del 10 febbraio 2020, a cui noi siamo sinceramente molto grati:

Come avete potuto vedere, il video termina con l’immagine di Liberty e Indigo finalmente liberi di correre e giocare in un’ampio spazio recintato tutto a loro disposizione.
È netta e palpabile la differenza tra il luogo dove si trovavano prima e quello in cui si trovano adesso. Non servono parole per descrivere il cambio di prospettiva e di energia dei due ambienti.

Appare infine la frase di River Phoenix – fratello dell’attore, morto all’età di 23 anni – citata da Joaquin proprio al termine del suo discorso di ringraziamento agli Oscar: “Corri in soccorso con amore e la pace seguirà”.

Indigo e Liberty Ringraziano

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Dopo l’Oscar ricevuto come ‘Miglior Attore’, Phoenix è tornato subito all’azione per difendere il diritto alla vita di tutti gli animali. Non solo ha salvato una mucca e la sua vitellina da morte certa prelevandole da un allevamento, ma ha anche partecipato a un’altra veglia per maiali, organizzata sempre dall’associazione animalista LA Animal Save, nei pressi di un mattatoio di Los Angeles.

Questa volta è andato in compagnia di sua madre e di alcune sue sorelle – tra cui Summer – e ha avuto la possibilità di incontrare nuovamente la giovane attivista Genesis Butler.

Genesis Butler noi l’abbiamo conosciuta grazie alla campagna di Million Dollar Vegan indirizzata a Papa Francesco nel 2019 ed è l’instancabile ragazzina attivista che oggi ha 13 anni e che è vegana da bambina, da quando a 6 anni scoprì come viene prodotto il latte (di mucca).

Phoenix e Genesis si sono conosciuti per la prima volta nel 2018, quando la piccola attivista ricevette il premio ‘Youth Activist of the Year’ dai Lisa Shapiro Awards, ma evidentemente i due non erano mai riusciti a parlare abbastanza.

Dopo la veglia ai maiali destinati al macello e in cui tutti i presenti erano concentrati nel dare acqua e attenzioni agli animali, i due attivisti hanno avuto modo di parlare un po’ più a lungo del solito.

“È stato così incredibile incontrare la madre e le sorelle di Joaquin Phoenix. Joaquin e la sua famiglia volevano sapere come sono diventata vegana e abbiamo scoperto che abbiamo la storia ESATTA di come abbiamo smesso di mangiare animali! Entrambi abbiamo deciso di smettere di mangiare animali da soli quando avevamo pochissimi anni, quando abbiamo scoperto che gli animali dovevano morire per il nostro cibo. Entrambe le nostre mamme ci hanno ascoltato e hanno smesso di mangiare animali, e anche i nostri fratelli sono diventati vegani. Sua sorella minore Summer è vegana dalla nascita proprio come il mio fratellino!
Ho avuto modo di parlare con Joaquin e la sua famiglia per un po’ e sono ancora più sorprendenti di quanto avessi mai immaginato! Grazie alla famiglia Phoenix per aver dedicato del tempo a parlare con me e la mia famiglia alla vigilia della scorsa notte e per essere così fantastici alleati degli animali. Grazie Joaquin per avermi ispirato a continuare ad essere una voce per gli animali anche quando mi mette a disagio perché gli animali hanno bisogno di noi per fare tutto il possibile per aiutarli. Spero di rivedervi presto”. Così scrive Genesis sul suo profilo Instagram, seguito attualmente da oltre 35.000 persone.

Al termine della serata Genesis gli ha regalato una copia del suo fumetto da supereroe, quello che potete vedere nelle foto in alto e che è stato prodotto dai Marvel Studios per la serie “Marvel Hero Project”; una serie di fumetti che riporta i momenti più memorabili delle vite di piccoli eroi quotidiani come Genesis, che hanno un impatto positivo per molti giovani e che stanno producendo un cambiamento significativo nelle proprie comunità e in tutto il paese.

La madre di Genesis – anche lei presente alla veglia – ha inoltre ringraziato Phoenix per aver parlato in difesa degli animali durante la cerimonia di premiazione degli Oscar e gli ha detto che dopo i suoi discorsi, molte organizzazioni tradizionali si sono rivolte a Genesis per chiederle di collaborare con loro a campagne ambientali e di parlare di agricoltura animale e di connessione con i cambiamenti climatici.

Nonostante abbia solo 13 anni, Butler è un’attivista prolifica, non affatto estranea a sostenere palcoscenici importanti, anche di visibilità mondiale. Nel 2017 è stata la persona più giovane a tenere un discorso per TEDx ed ha pronunciato un discorso molto apprezzato dal titolo “La visione di un bambino di 10 anni per curare il pianeta”.

Ha collezionato numerosi premi e riconoscimenti in questi anni ed è la fondatrice dell’associazione no-profit Genesis for the Animals che raccoglie fondi per santuari di animali in tutto il mondo.

Joaquin Phoenix e Genesis Butler con le loro famiglie presso Los Angeles

Per maggiori informazioni su Genesis visita il suo profilo Instagram: Genesis Butler

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Dopo aver interpretato un personaggio fragile, psicopatico e violento nel suo ultimo film, il nostro “Joker” ha attirato su di sé l’attenzione e l’ammirazione da parte di tutto il mondo, comprese – soprattutto – persone più inclini alla violenza piuttosto che alla cultura dell’amore; per poi spiazzare tutti, con la sua vita personale e la sua compassione di uomo – e non attore – nel momento in cui ha fatto il discorso di ringraziamento sul palco di premiazione degli Oscar.

E sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles è stato soprattutto tra i cuori simili al suo che ha fatto sicuramente più breccia. Cuori che parlano lo stesso linguaggio e che si comprendono al volo.

Come tutte le cose potenti, occorre sempre un po’ di tempo per metabolizzarle e comprenderle a pieno.

La sensazione ora è che ciò che è accaduto qualche giorno fa sul palco di premiazione degli Oscar grazie a Phoenix sia stato davvero importante per tutte le persone che si sono riconosciute nel suo discorso e abbia segnato l’inizio di qualcosa di grande e di nuovo.

Vedere una star internazionale esporre senza timore i propri sentimenti e pensieri ribelli e sovversivi su un palco osservato da tutto il mondo e che metterebbe soggezione a chiunque è stato davvero liberatorio per tante persone, che ora si sentono più forti, comprese, incluse in un progetto di futuro sempre più chiaro e nitido, e legittimate nel difendere ogni giorno di più la vita di tutti gli esseri viventi senzienti che provano come noi emozioni, piacere o sofferenza.

L’intento del movimento pacifico che vuole mettere l’amore al centro della società – piuttosto che l’ego del singolo – è stato dichiarato. Ed è stato dichiarato proprio lì, in casa del Super Ego per eccellenza, andando a colpire le corazze di indifferenza verso il dolore altrui e le maschere che portano soprattutto le persone deboli, per difendersi dalla sofferenza, dalle paure più svariate e dalla verità.

Tra le persone che sono rimaste più colpite dal coraggio dell’attore, troviamo il campione di Formula 1 Lewis Hamilton, fresco di attivismo per gli animali e per l’ambiente, e in cerca di modelli di riferimento da seguire in questo suo nuovo percorso, come tanti di noi che cercano ogni giorno di migliorarsi e imparare dagli altri e da sé stessi qualcosa di nuovo e funzionale per la crescita personale e collettiva.

Hamilton ha dunque elogiato Phoenix su Instagram davanti ai suoi 14,3 milioni di follower, pubblicando il video integrale del discorso agli Oscar e dichiarando apertamente che l’attore ha aperto la strada per un nuovo mondo dopo aver pronunciato un incredibile discorso.

“Joaquin Phoenix ha aperto la strada al mondo qui e ha dato un esempio così incredibile”, ha scritto Hamilton. “Sono così orgoglioso e grato di sapere che ci sono persone come lui, con tutto il successo e la fama, usare la propria voce per un bene più grande.”

“Aspiro ad essere in grado di farlo. Una delle mie più grandi paure è parlare davanti al mondo su un palco come questo, non trovare le parole giuste per esprimere i miei pensieri.”

“Ma la supererò in qualche modo e l’unico modo in cui immagino affrontare la paura è mettendomi al lavoro. Quindi posso proiettare il desiderio del mio cuore e usare la mia voce per aiutare a guarire il mondo.”

E anche Phoenix, siamo certi, continuerà a fare la sua parte. Così come tutti gli altri attivisti.

Il suo discorso sembra essere stato una dichiarazione di intenti personale e anche l’annuncio a tutti di una nuova era, che andava prima pensata e che sta per iniziare.

“Ho pensato molto alle questioni difficili che stiamo affrontando, davanti alle quali ci troviamo collettivamente e penso che sia arrivato il momento di iniziare a diventare portavoce di altre cause”, ha detto sul palco degli Oscar Phoenix.

In base a queste sue parole sembra chiaro che per Phoenix questo sia solo l’inizio di un nuovo impegno personale sul fronte attivista.

Non ci resta che andare tutti avanti, e costruire ogni giorno di più il mondo che vogliamo, in direzione del sentiero ormai tracciato da piccoli e grandi attivisti in difesa del diritto alla vita di tutti, anche degli indifesi.

Lewis Hamilton

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Altro premio, altra manifestazione.
Joaquin Phoenix è stato premiato ai BAFTA 2020 – gli “Oscar inglesi” – come miglior attore, e – poco prima della cerimonia di premiazione – ha partecipato a una manifestazione organizzata proprio a Londra da Animal Equality.

Qui, Phoenix e gli altri attivisti hanno appeso uno striscione di 36 metri sul Tower Bridge – uno dei monumenti più riconoscibili e importanti di Londra – con scritto (in inglese): «Gli allevamenti intensivi stanno distruggendo il nostro pianeta. Diventa vegan».

I partecipanti alla manifestazione di protesta e sensibilizzazione hanno tenuto per tutto il tempo cartelli che mostrano la sofferenza degli animali negli allevamenti intensivi e l’impatto devastante che questo sistema ha sull’ambiente e sul clima. Phoenix ha anche distribuito volantini ai passanti per invitarli a considerare una dieta a base vegetale e incoraggiarli ad informarsi di più sull’argomento.

«Dobbiamo fare tutto il possibile per cercare di ridurre il nostro impatto sul cambiamento climatico.
Mi sembra che a volte non se ne parli abbastanza, così voglio incoraggiare le persone ad interessarsi alla dieta a base vegetale per fare la differenza e avere un impatto personale sull’emergenza climatica».

La presidente di Animal Equality – Sharon Núñez – ha commentato così la straordinaria dedizione di Phoenix alla causa animalista e ambientalista: “La dedizione di Joaquin agli animali e alla causa ambientale è straordinaria, vede l’assoluta necessità per noi di avere serie conversazioni sulla devastazione che l’agricoltura industriale sta avendo sugli animali, sul nostro pianeta e sulla nostra salute.
Una dieta vegana è uno dei modi migliori per ridurre il nostro impatto sul pianeta – cambiando ciò che mangiamo, possiamo cambiare il corso del nostro futuro”.

Ecco il video della giornata di protesta e sensibilizzazione organizzata a Londra il 2 febbraio da Animal Equality:

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La vita di Joaquin Phoenix sembra scorrere così in questi gironi, tra il ritiro di un premio cinematografico e l’altro, e l’incursione nel mondo animalista e ambientalista nei panni di attivista.

Mentre lo abbiamo visto qualche giorno fa protestare per i cambiamenti climatici ricordando agli ambientalisti stessi l’importanza di non mangiare carne se hanno a cuore la salute del pianeta, è davvero ammirevole in questo caso lo sfruttare i riflettori puntati su di lui per dare visibilità agli ultimi di questo mondo, gli animali da allevamento.

In questo video – di qualità amatoriale – lo vediamo in mezzo a tanti altri animalisti come lui dare da bere per l’ultima volta a dei maiali diretti al mattatoio e destinati a morire brutalmente da lì a pochi minuti.

Si tratta di un gesto ormai comunemente diffuso tra gli attivisti per gli animali, il cui scopo principale è quello di raccogliere materiale audiovisivo da far vedere alle persone, per mostrare la verità che non viene detta e far capire cosa sono in realtà i “prodotti” animali che “mangiamo”.

Phoenix ha spiegato così il motivo della sua presenza:

“Credo che la maggior parte delle persone non sappia affatto delle torture e degli assassinii che si celano dietro il sistema produttivo della carne e del latte. Noi abbiamo l’obbligo morale di parlarne per quello che è veramente. Siamo così indottrinati dalle immagini di animali felici sulle confezioni del latte o nelle pubblicità, ma è una bugia. Penso che le persone debbano conoscere la verità e noi che l’abbiamo conosciuta abbiamo l’obbligo morale di mostrarla, quindi devo essere qui”.

Phoenix ha affermato inoltre che la partecipazione alla veglia è stata per lui una sorta di antidoto a ciò che gli era appena stato consegnato quella sera, il premio SAG come miglior attore.

“Per quanto sia straziante quando siamo qui a dare da bere ai maiali, ho un certo ottimismo nella nostra comunità e nell’impegno di tutti. Le persone vengono qui settimana dopo settimana dopo settimana, quindi sono dovuto venire qui stasera a supportarli ed è anche un piccolo antidoto a ciò che mi è stato appena dato, quindi sono felice di esserci.”

Ecco il video in cui Phoenix, fresco di premiazione agli Screen Actors Guild Awards – quindi in abito elegante – viene intervistato dal minuto 16.30 al minuto 23:00:

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Sembrerebbe che Joaquin Phoenix abbia trovato il senso della propria vita soprattutto al di fuori del set e lontano da quel mondo patinato cinematografico che oggi tanto lo acclama per le sue doti artistiche e professionali.
Ed è proprio lontano dai riflettori che scopriamo il suo volto più vero e umano, che ci permette di apprezzare un uomo sicuramente diverso dal classico divo di Hollywood.

Venerdì scorso ha così preso un aereo per partecipare all’ultimo picchetto di protesta ambientalista organizzato da Jane Fonda a Washington – davanti al Campidoglio – per i suoi “Fire Drill Fridays”: venerdì di protesta che l’attrice 82enne organizza da ottobre ormai, ispirati al movimento “Fridays for Future” di Greta Thunberg.

La protesta di questa settimana si è concentrata sulle principali banche e investitori che finanziano l’espansione dell’industria dei combustibili fossili. I manifestanti ambientalisti hanno chiesto la fine di tutte le nuove estrazioni di combustibili fossili e l’immediata sospensione dei sussidi dei contribuenti alle compagnie petrolifere.

Qui, dal piccolo palco allestito per la manifestazione, a cui hanno partecipato meno di 200 persone, Joaquin – da parte sua – ha esortato tutti i partecipanti a seguire i suoi passi e a diventare vegan per aiutare l’ambiente, ricordando ancora una volta il collegamento che c’è tra gli allevamenti animali – e quindi il consumo di carne – e la crisi climatica e ambientale.

Al termine della manifestazione, l’attore è stato arrestato dalla polizia di Washington insieme agli altri partecipanti, per non aver eseguito l’ordine di disperdersi e cessare la protesta.

Niente di nuovo insomma. I venerdì di Jane Fonda proseguono così da diversi mesi ormai, con centinaia di arresti a settimana e divi di Hollywood ammanettati, in risposta a dimostrazioni non autorizzate sui gradini del Campidoglio.

Sebbene al momento non siano disponibili ulteriori dettagli sull’arresto di Phoenix, Fonda è stata precedentemente arrestata più volte durante “i suoi venerdì” per lo stesso motivo, e immediatamente rilasciata. Sorte che immaginiamo e speriamo toccherà questa volta anche a Phoenix e a tutti gli altri attivisti.

Ma veniamo al messaggio che l’attore è riuscito comunque a far passare con la sua partecipazione all’evento, che – nel bene e nel male – sta facendo il giro del mondo e parlare di sé.

“Qualcosa di cui non si parla spesso nel movimento ambientalista o nella conversazione sui cambiamenti climatici è che l’industria della carne e dei latticini è la terza causa principale dei cambiamenti climatici”, ha affermato Phoenix dal palco. “Penso che a volte ci chiediamo cosa possiamo fare in questa lotta contro i cambiamenti climatici. E c’è qualcosa che puoi fare oggi, proprio ora e domani, facendo una scelta su ciò che consumi. E penso che sia qualcosa di fattibile”. L’attore ha poi ammesso di non essere perfetto e di aver preso l’aereo – ad esempio – per partecipare alla protesta. “Ma una cosa che posso fare è cambiare le mie abitudini alimentari”, ha detto. “Quindi voglio solo esortare tutti voi ad unirvi a me in questo.”

Phoenix ha tenuto un discorso simile di fronte ai suoi colleghi qualche giorno fa mentre accettava il suo premio come miglior attore drammatico durante la 77esima edizione dei Golden Globe, che ha servito per tutta la sera solo cibo vegan.

Riuscirà ora il nostro eroe a partecipare e a vincere come miglior attore dell’anno agli imminenti Critics’ Choice Awards?

Phoenix è anche considerato il favorito di quest’anno agli Oscar, sempre come miglior attore.

A noi, tuttavia, piace di più così. In versione attivista.

Ecco il breve e incisivo discorso che l’attore ha tenuto venerdì a Washington D.C.

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La crescente popolarità dei sostituti vegetali della carne come quelli proposti da Impossible Foods e Beyond Meats sta aiutando a salvare sempre più animali ogni anno.
Ogni volta che i consumatori di carne scelgono di acquistare hamburger e salsicce a base vegetale in posti come Burger King o Dunkin’, vengono macellati meno animali. Ma quanti?

Secondo i dati recenti di una ricerca dell’organizzazione animalista internazionale World Animal Protection, le nuove abitudini di acquisto degli alimenti vegetali nei fast food fanno risparmiare almeno 140.000 maiali e 110.000 mucche ogni anno, per un totale di 250.000 animali. Questi numeri si riferiscono al 2019, e si presume che siano destinati ad aumentare, visto che il 2019 può essere considerato a tutti gli effetti l’anno del debutto della popolarità di questi prodotti.

Secondo Ben Williamson, capo dell’organizzazione che ha effettuato la ricerca negli Stati uniti, sono stati analizzati i dati di acquisto di 18 catene fast food che servono carne a base vegetale di Impossible Foods – tra cui Burger King, Fatburger, White Castle, Qdoba e Red Robin – e 9 catene nazionali che servono i prodotti vegani di Beyond Meat – come Dunkin’, Denny’s, Subway, Del Taco e TGI Friday’s – per scoprire che molti mangiatori di carne stanno optando per alternative a base vegetale.

“Fino a poco tempo fa non sapevamo chi stava mangiando questi nuovi insaccati e hamburger a base vegetale”, afferma Williamson. “Sia il sondaggio che la ricerca aneddotica suggeriscono che la stragrande maggioranza degli acquisti Impossible e Beyond provengono da mangiatori di carne, quindi l’impatto sulla vita degli animali è molto reale e stimabile”.

Mentre Williamson sottolinea che il risparmio di quasi un quarto di milione di animali dal macello è un passo nella giusta direzione, riconosce che è solo una piccola frazione dei 120 milioni di maiali e 30 milioni di mucche uccise ogni anno per cibo negli Stati Uniti. Tuttavia, con l’introduzione di nuovi prodotti – che dovrebbero debuttare il prossimo anno sia in casa Impossible che Beyond nei servizi di ristorazione e nei canali di vendita al dettaglio – Williamson afferma che le prospettive sono positive. “Prevediamo di vedere questi numeri continuare a crescere negli anni futuri e nel 2020, man mano che altri prodotti Beyond e Impossible verranno implementati in tutta la nazione e più ristoranti introdurranno le loro versioni vegetali interne”.

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Gli allevamenti di conigli per il consumo di carne diminuiscono a vista d’occhio, ne è conferma il caso eclatante del Tervigiano, dove gli allevamenti dedicati sono passati da 100 a 40 negli ultimi cinque anni.

Un dato importante – questo – se pensiamo che il Trevigiano è da decenni considerata terra centrale per attività di allevamento per il consumo umano di questi piccoli animali.
Un trend – del resto – fotografato anche dai dati Istat che parlano di un tracollo del 40% del numero di conigli macellati, dal 2008 ad oggi.

Alla base di questa inversione di tendenza e chiusura degli allevamenti ci sarebbe la crisi economica, la diminuzione del consumo di carne, la difficoltà di allevare in gabbia questi animali e soprattutto una nuova sensibilità animalista che – dopo cani e gatti – vede i conigli al terzo posto come animali da compagnia.

La specie Oryctolagus Cuniculus conta almeno una sessantina di razze: dal nano al gigante, passando per angora, ariete, rex, testa di leone e molte altre…selezionate per essere tenute in casa e dalle dimensioni contenute

Un cambio di mentalità non limitato all’Italia, ma diffuso in diverse parti d’Europa, e che finalmente offre rosee prospettive di vita a questi animaletti, che ora sono tenuti in casa e in giardino come fossero cani e gatti domestici.

Le associazioni animaliste salutano ovviamente con soddisfazione questo cambio di prospettiva degli italiani, che hanno imparato ad amare i conigli come animali d’affezione nei primi anni del 2.000, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, dove venivano adottati in casa già dagli anni ’80.

«Questo cambio di prospettiva ha un potere enorme – scrivono gli attivisti dell’associazione Essere Animali – e ha dimostrato che può stravolgere la produzione e i consumi nell’arco di poco tempo. Per i conigli è stato più facile, perché da tempo sono diventati comuni nelle nostre case insieme a cani e gatti».

Cruciale è il ruolo di queste associazioni che hanno il coraggio di raccogliere materiale audiovisivo negli allevamenti e nei macelli al fine di mostrare la realtà dietro al consumo di carne animale.

In prima linea troviamo sempre Essere Animali, Animal Equality, LAV e CIWF, che già in passato hanno mostrato la crudeltà degli allevamenti di conigli, anche qui in Italia.

Per chi volesse adottare un coniglio – magari tra quelli abbandonati o raccolti per strada e condotti nei rifugi per animali insieme a cani e gatti – è bene conoscere prima le sue abitudini ed esigenze.

Il coniglio è un animale erbivoro e sociale, abituato a vivere libero e in colonie – allo stato brado – ed è quindi raccomandabile non lasciarlo sempre solo. L’ideale sarebbe adottare due esemplari in modo che si facciano compagnia tra di loro.

Come cani e gatti, i conigli non possono vivere in gabbia e hanno bisogno di cure e attenzioni particolari per adeguarsi alla convivenza in famiglia.
Amano scavare, rosicchiare ed esplorare lo spazio, per questo potrebbero fare dei danni in casa senza le dovute precauzioni…in particolare a mobili e cavi elettrici…quindi massima attenzione. Sarebbe bello avessero un giardino ben recintato e sicuro a loro disposizione.

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In una breve e intensa videointervista prodotta in questi giorni dall’organizzazione non-profit Million Dollar Vegan, il regista Shaun Monson svela come sia nato il suo ‘Earthlings’, il film-documentario – famoso nell’ambiente animalista – che dal 2005 ad oggi ha cambiato la sua vita e quella di migliaia di persone in tutto il mondo, avvicinandole al veganismo.

Il documentario è considerato unanimemente una pietra miliare dell’antispecismo e affronta temi inerenti lo sfruttamento animale da parte dell’uomo in cinque principali ambiti: alimentazione, abbigliamento, commercio degli animali domestici, sport e intrattenimento, medicina e ricerca scientifica.

Il lavoro di ricerca del regista – nonché sceneggiatore e produttore del film – è durato 5 lunghissimi anni ed ha prodotto come risultato il film più completo, impattante ed informativo finora realizzato nell’ambiente animalista e antispecista. Le sue tematiche sono ancora tristemente attuali.

“Fai la Connessione”

Il regista racconta di come nel 1999 – mentre stava svolgendo un lavoro per la pubblica amministrazione – vide cani e gatti randagi venire uccisi dagli accalappiacani tramite eutanasia, per poi essere ammassati in grandi celle frigorifere: “Da lì feci il collegamento, e pensai alla carne”.

Da quel momento scattò in lui la “scintilla antispecista” e l’ispirazione per il film. L’obiettivo divenne quello di mostrare attraverso un lavoro enciclopedico, la connessione che c’è tra le più grandi industrie del mondo e la sofferenza e sfruttamento animale…di tutti gli animali, indipendentemente da razza e tipologia.

Attraverso un’indagine approfondita svolta negli allevamenti, nell’industria della pelle e della pelliccia, in quella dello sport e dell’intrattenimento, e infine nella professione medica e scientifica…Earthlings usa telecamere nascoste e filmati inediti per documentare l’attuale dipendenza dell’umanità dagli animali – usati come oggetti, come cibo, come vestiario, per divertimento e per la ricerca – e la sua completa e barbarica mancanza di rispetto ed empatia nei loro riguardi.

Il film si avvale della collaborazione di due grandi artisti internazionali impegnati da anni nella tutela dei diritti animali: Joaquin Phoenix per la voce narrante e Moby per la colonna sonora.

Considerato tuttora estremamente attuale e di grande impatto emotivo, il film è disponibile per chiunque voglia approfondire le sue tematiche antispeciste sul sito Nationearth.com.

Ecco la videointervista prodotta da Million Dollar Vegan dove il regista svela l’episodio traumatico della sua vita che ha dato il via al suo percorso antispecista e che sta alla base della realizzazione del documentario.

Sottotitoli in italiano disponibili attivandoli attraverso apposita icona, in basso a destra:

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L'articolo Earthlings: Come Nasce il Documentario Animalista e Antispecista di Shaun Monson sembra essere il primo su VEGANGAME.

Quando pensiamo a un animale domestico – da bravi occidentali – ci viene principalmente in mente un cane o un gatto. La varietà di animali da compagnia che teniamo in casa o all’aperto sta però aumentando nel tempo, includendo via via anche gli animali solitamente più sfortunati, quelli che la nostra cultura ci ha abituato a considerare di serie B, se non addirittura degli oggetti inanimati nati appositamente per soddisfare i bisogni dell’uomo.

Per la maggior parte delle persone di cultura occidentale, cani e gatti sono ormai “piezz ‘e core”, membri a tutti gli effetti della famiglia, “figli maschi” o “figlie femmine” in base al loro sesso. Li amiamo, li proteggiamo e cerchiamo di non fargli mai mancare nulla di ciò di cui hanno bisogno, cercando di intuire le loro necessità, interpretando il loro linguaggio non verbale e modo di comunicare. Ma man mano che l’informazione circola nei mass media e nei social network, è sempre più facile accorgersi che gli animali d’allevamento non sono poi così diversi e meno amabili rispetto ai “pets” che abbiamo accolto in casa.
Di fronte all’evidenza, le persone saranno sempre di più chiamate a prendere una posizione netta: rimanere impassibili e indifferenti rispetto alle loro condizioni di vita e uccisione per i più svariati motivi (alimentazione, abbigliamento, intrattenimento…), o cambiare drasticamente le proprie abitudini alimentari e stile di vita.

Un bivio nella coscienza individuale di ciascuno che è sempre meno rimandabile, come una doccia fredda che molti di noi già conoscono e che invece aspetta tanti altri amanti degli animali dietro l’angolo.

In questo contesto si inserisce con tempismo perfetto ‘Meat the Family’, un programma televisivo dal finale potenzialmente agghiacciante o tenero – a seconda della scelta finale dei concorrenti – a cavallo tra un reality show e un esperimento sociale con finalità istruttive ed educative.

“Saremmo in grado di continuare a mangiare carne se per farlo dovessimo uccidere animali a cui siamo affezionati?”. “Cosa succede se scopriamo la personalità, l’intelligenza, la dignità e la sensibilità degli animali da fattoria…?”.
“Perché troviamo accettabile mangiare un agnello ma non mangeremmo mai il nostro cane?”. “Potresti tornare a mangiare carne una volta che hai dato un nome e un volto a quello che prima consideravi un semplice pasto?”

A questi e a tanti altri interrogativi sul mangiare etico cerca di rispondere la nuova scioccante trasmissione TV che andrà in onda il prossimo anno su Channel 4 nel Regno Unito e in Irlanda.
Quattro famiglie saranno chiamate ad interagire per tre settimane con l’animale da fattoria che più spesso finisce nelle loro tavole, a prendersi cura di lui, a giocarci, a portarlo a spasso, a conoscerlo.
Nel primo episodio ci sarà un maiale, un agnello, un pollo e un vitello.

Al termine del programma ed esperimento, i concorrenti saranno messi di fronte ad uno degli ultimatum più scioccanti mai trasmessi in televisione; gelido quanto la realtà che riguarda miliardi di animali ogni giorno: “diventa vegetariano o uccidiamo il tuo nuovo animale d’affezione!”. Le famiglie dovranno scegliere se salvare l’animale diventando vegetariane e facendolo così condurre in un santuario per animali, o di continuare a mangiare carne mandandolo al macello, cucinandolo e mangiandolo. Agghiacciante davvero.

Protagonisti della trasmissione – oltre agli animali da fattoria – non sono ovviamente persone vegane o vegetariane, ma famiglie di mangiatori convinti di carne.

“Questa è una serie che unirà rivelazioni sorprendenti sull’intelligenza animale e alcuni momenti di grande tenerezza”, afferma Daniela Neumann, direttore generale della società britannica Spun Gold TV che ha prodotto lo show televisivo su commissione di Channel 4, emittente televisiva pubblica britannica.

Durante le tre settimane, le famiglie saranno istruite sugli allevamenti intensivi, sul modo in cui si produce la carne e su tutto il processo che porta un essere vivente animale dal campo al piatto. Riceveranno inoltre informazioni sulla loro salute e sull’impatto ambientale del consumo di carne.

Le prime puntate sono già state girate, in attesa di essere trasmesse nei primi mesi del 2020.
Mark Ogle – un portavoce della serie – non ha fornito alcun indizio concreto sulle scelte fatte dai partecipanti dopo essersi avvicinati agli animali che normalmente mangiano, ma ha fornito un dato generico molto importante: “è giusto dire che tutte le famiglie hanno imparato molto di più sull’industria della lavorazione della carne e sulla catena alimentare, il ché le ha fatte riflettere sulle loro abitudini alimentari e di acquisto”.

Meat the Family è sicuramente un programma TV destinato ad essere visto da milioni di persone e il cui pregio è quello di scuotere le coscienze, far discutere su questioni etiche e far uscire i telespettatori dal torpore delle abitudini e consuetudini alimentari apprese meccanicamente dall’esterno, senza mai metterle in discussione.

Un programma che aiuta ad accrescere la conoscenza e consapevolezza di chi e cosa mangiamo quando decidiamo di mangiare carne. Un esperimento emotivo che può cambiare la vita di molte persone e fargli ritrovare l’empatia perduta.

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