Sono i prodotti del momento e stanno andando a ruba nei supermercati Lidl di tutta Italia, dove è possibile trovarli – in prova – nel reparto frigo vicino agli hamburger di vera carne, dal 13 febbraio.

Sono i Next Level Burger prodotti da Lidl, i burger vegetali che somigliano ai veri hamburger ad un prezzo di lancio accessibilissimo (2,99€ a confezione da due), con ingredienti vegetali più o meno sani, che si ispirano e fanno concorrenza ai più costosi Beyond Burger della Beyond Meat.

A differenza dei Beyond Burger hanno glutine, soia e l’olio di colza tra i loro ingredienti, ma – a loro vantaggio – una ricetta complessiva con meno ingredienti e un odore e un sapore migliore – più delicato – a detta di molti. La texture è impressionate, sembra veramente carne macinata.

Alcuni li utilizzano come tortini di “carne” per farci poi del ragù o delle polpette.

Entrambi utilizzano lo stratagemma del succo di barbabietola rossa per avere il colore della carne, e non sanno di sangue; ricordano la carne, senza quel particolare.

Questi prodotti hanno un gusto che effettivamente conquista la gola e hanno i funghi champignon come secondo principale ingrediente, dopo l’acqua. Ma anche una percentuale importante – non specificata – di grasso di cocco, terzo ingrediente della ricetta.

Sono al momento in fase sperimentale, e dopo il lancio in Germania il 1 agosto 2019, arrivano ora in Italia e resteranno soltanto se la risposta dei clienti sarà positiva.

Attenzione a tutti gli ingredienti però, perché la gola non può e non deve essere l’unico fattore a guidare le nostre scelte alimentari!

Acqua, 20,2% funghi champignon in salamoia (funghi champignon, acqua, sale, acidificante: acido citrico; antiossidante: acido ascorbico), grasso di cocco, 9% proteine di piselli, 7,4% proteine di frumento, olio di colza, 3,8% proteine di soia, farina di soia, spezie,
emulsionante (metilcellulosa), sale, aromi, amido di piselli, estratto di lievito, fibra vegetale, succo concentrato di barbabietola rossa, conservanti: sorbato di potassio, acetati di sodio; aroma di affumicatura.

Si tratta indubbiamente di un prodotto industriale e altamente processato, che si discosta pienamente dai principi di una dieta vegetale sana e genuina, basata sulla semplicità e sull’alternanza di ingredienti integrali, di stagione e poco elaborati.

Il consiglio perciò è quello di mangiarli di rado, occasionalmente, alternandoli a dei burger vegetali più semplici con pochi e sani ingredienti, meglio ancora se fatti in casa.

Insomma, per festeggiare la vittoria di un Oscar come Phoenix va bene (nel suo caso era un Impossible Burger 2.0). Ma tutti i giorni, o tutte le settimane, anche no.

Un prodotto ideale deve tenere a mente l’importanza di tutte e tre queste cose: salute personale, animali e ambiente.
La cucina semplice e fatta in casa con prodotti locali e di stagione rimane sempre la soluzione migliore!

Next Level Burger, Lidl

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“Una collezione di calzature esplorative ispirate alla vita, create da «spazzatura spaziale»”. Nike le definisce così, e ha annunciato a breve il lancio delle sue sneaker eco-friendly, realizzate con materiali di scarto e con i loro punteggi di emissioni di carbonio più bassi di sempre.

La collezione si chiama “Space Hippie” ed è composta da quattro design diversi, tutti con tomaie realizzate con materiali riciclati: bottiglie di plastica, magliette e scarti tessili.

Il risultato è un prodotto che si presenta come un manufatto dal futuro, “all’avanguardia e ribellemente ottimista”, come afferma il Designer di Nike – John Hoke – che le ha progettate.

“Space Hippie è anche un’idea. Si tratta di capire come ottenere il massimo risultato con il minimo materiale, la minima energia e il minor carbonio possibile. Ha cambiato il nostro modo in cui guardiamo i materiali, all’estetica del prodotto, e il modo in cui ci avviciniamo a mettere insieme il tutto”, ha aggiunto John Hoke.

La collezione fa riflettere sulla responsabilità che hanno designer e produttori nel risolvere con urgenza i problemi ambientali critici dei nostri tempi, immaginando un futuro nuovo per i loro (e per i nostri) prodotti.

Ogni dettaglio delle Space Hippie – dalla scelta dei materiali, ai metodi di fabbricazione, fino al packaging – è stato scelto tenendo conto del suo impatto ambientale.

È l’intero processo produttivo ad essere riprogettato e le Space Hippie sono i primi prototipi di un’azienda che inizia a vedere nel riciclo il futuro della produzione.

Seana Hannah – Vice Presidente NXT all’Innovazione Sostenibile di Nike – ha dichiarato: “Riteniamo che il futuro dei prodotti sarà circolare.
Dobbiamo ripensare l’intero ciclo del prodotto: come lo progettiamo, come lo realizziamo, come lo utilizziamo, come lo riutilizziamo e come eliminiamo gli sprechi in ogni fase. Questi sono i fondamenti di una mentalità circolare”.

La collezione Space Hippie debutterà in primavera presso i rivenditori selezionati da Nike.

Si tratta pur sempre di un prodotto di design, e che utilizza materiali di plastica. E il design, si sa, può essere futile in alcuni suoi aspetti, ma a volte ci piace proprio per quello.

Le Space Hippie vanno viste come il primo passo in avanti in favore dell’ambiente da parte di un’azienda che solitamente non produce scarpe ecologiche.

Per i puristi dell’ambiente, la miglior soluzione rimane quella di acquistare scarpe completamente naturali e biodegradabili.

Ecco il video che presenta le nuove scarpe Nike:

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Si definiscono “Pionieri Del Vegetale”, ed effettivamente lo sono.
Una coppia di vegani londinesi insieme a un italianissimo appassionato di pizza napoletana e originario di un paesino vicino Caserta, aprono nel 2015 una pizzeria interamente vegan, dal nome “Purezza”: la prima pizzeria completamente vegetale del Regno Unito.

Il loro obiettivo era semplice: competere con le pizzerie tradizionali rendendo il loro menù superiore, utilizzando solo ingredienti vegetali.

Nel 2015 aprono la prima sede a Brighton e nel 2018 si espandono con un secondo punto vendita nel quartiere londinese di Camden.
Ed è proprio da qui che ci giunge la notizia di un ulteriore espansione dell’attività, che vede chiudere in questi giorni il piccolo locale iniziale per aprirne uno nuovo, tre volte più grande.

La vecchia sede di Camden in 43 Parkway ha dunque chiuso il 27 gennaio e il nuovo locale è stato inaugurato il 3 febbraio a pochi passi di distanza, al civico 45-47 della stessa via.

Il locale appare molto più spazioso, luminoso e curato nei dettagli.
Per il nuovo arredamento, sono stati utilizzati materiali riciclati ed ecologici, come i mobili del precedente ristorante o altri materiali di scarto provenienti da altri luoghi, trasformati e riadattati a nuova vita.

Un nuovo giardino interno con piante vive e coperto da un soffitto in vetro rende il luogo ideale per mangiare come all’aperto, indipendentemente dal tempo. Un ampio bar con una vasta gamma di bevande, cocktail e stuzzichini completa il concept della nuova apertura.

Con lo spazio aumentato, l’area bar, una selezione di piatti italiani in chiave vegan – oltre alla vasta scelta di pizze ovviamente – e la carta dei dolci, Purezza è ora tra i ristoranti vegan più grandi d’Inghilterra.

Tim Barclay, cofondatore di Purezza, afferma: “Il nostro ristorante di punta a Londra ha avuto difficoltà a tenere il passo con la domanda per tutto il 2019. La lamentela più grande che ricevevamo era che era quasi impossibile trovare un tavolo libero quasi tutte le sere.
Triplicando le dimensioni del nostro ristorante a Camden saremo ora in grado di soddisfare la domanda”.

Ma questa è solo la prima fase del progetto di espansione che il team di Purezza ha in programma per il 2020. Il ristorante attribuisce la crescente domanda alla combinazione di più fattori, come sicuramente: un crescente interesse generale per il cibo vegano, l’innovazione che ha coinvolto l’alimentazione a base vegetale in questi ultimi anni e il suo costante impegno per la qualità – del cibo e del servizio fornito.

Altre iniziative bollono dunque in pentola per questi imprenditori.
Dopo aver vinto numerosi prestigiosi premi internazionali del mondo della pizza – tra cui il premio della categoria “Pizza Classica” al World Pizza Championship del 2019 e il premio di “Miglior Pizza” al National Pizza Awards 2018 del Regno Unito – hanno scritto un libro – Purezza Vegan Pizza – per insegnare alle persone a casa a creare da sole le loro pizze gourmet – insegnando loro a fare tutto il necessario, dagli impasti alle salse, dai “formaggi” ai condimenti di finta carne – e si apprestano ora a sviluppare niente di meno che un loro caseificio a base vegetale.

Ai loro clienti spesso raccontano la loro più grande vittoria, proprio quella del Campionato Mondiale Della Pizza (o World Pizza Championship), che si tiene ogni anno a Parma dal 1991, e dove competono ogni anno tra di loro oltre 6.500 pizzerie indipendenti provenienti da tutto il mondo. Purezza non solo è stata la prima pizzeria vegan a partecipare al concorso ma ha anche vinto il premio come “Pizza Classica”, presentandosi per la prima volta, con una pizza dal nome “The Promised Land”.

“Essere lì come la prima pizzeria vegan è stata un’esperienza incredibile, ma aver vinto uno dei premi per la categoria “Pizza Classica” è più di quanto avrei mai potuto sperare, e dimostra che la pizza vegana non solo è possibile, ma è anche il futuro” – il Capo Chef di Purezza, Filippo Rosato.

La nuova sede di Purezza: 45-47 Parkway, Camden, London

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Li avevamo lasciati recentemente dialogare con le autorità cinesi per introdursi nel mercato con i loro prodotti e parlare di nuovi prototipi innovativi interessanti direttamente al China International Import Expo.

Eccoli dunque presentare al CES di Las Vegas i nuovissimi prodotti a base di finta carne di maiale, pensati appositamente per conquistare il più grande mercato al mondo di carne suina, quello appunto cinese.

Il team di Impossible Foods, capitanato dal biologo Patrick Brown, afferma che “sta accelerando l’espansione del suo portafoglio di prodotti verso più alimenti preferiti al mondo”.

La società – che ha recentemente ottenuto il premio Global Climate Action delle Nazioni Unite per il 2019 – spera che il suo nuovo prodotto lo aiuti ad “irrompere” in Cina.

“Non ci fermeremo finché non elimineremo la necessità di animali nella catena alimentare e renderemo sostenibile il sistema alimentare globale”.

Nota vegana:
Gli stessi di Impossible Foods considerano i loro prodotti “plant-based” piuttosto che “vegan”.

Questo perché nel 2017, un ingrediente chiave del loro prodotto di punta è stato somministrato a dei topi per testarne la sicurezza. Più di 180 topi sono stati uccisi a seguito del test.

Questo non riguarda invece la Beyond Meat – principale azienda concorrente di Impossible Foods – che al posto dell’eme prodotto in laboratorio da un lievito geneticamente modificato, utilizza del semplice succo di barbabietola rossa, e può considerarsi OGM free e vegan al 100%.

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Hanno battuto strade impervie e vergini. Con dedizione e coraggio hanno superato ostacoli su ostacoli. E tutto questo per far finire i loro prodotti sulle nostre tavole, che di formaggi avremmo fatto a meno anche per il resto della nostra vita, se non fosse stato per loro, che ci hanno offerto una variante vegetale e cruelty-free, permettendoci di tornare ad apprezzare certi sapori e a condurre una vita un po’ più “normale” e meno diversa dagli altri.

Produttori audaci – per clienti altrettanto audaci – impegnati nella creazione e distribuzione di prodotti di nicchia, che spesso non ce la fanno a rimanere a galla, rivolgendosi principalmente a una piccolissima parte della popolazione – per ora. Quella vegana.

Auguriamo perciò a tutte le marche in lista una lunga vita nel mercato e nelle nostre tavole!

Ecco alcuni dei più interessanti produttori di formaggio vegan al momento presenti nel mercato italiano e i cui prodotti sono attualmente disponibili soprattutto negli store online e nei negozi specializzati.

SayVe

SayVe è la linea di formaggi vegan realizzata recentemente dello chef Emanuele Di Biase della VeganOk Academy e probabilmente la novità più interessante nel panorama italiano. Si tratta di formaggi a pasta semidura biologici, a base di ceci e simili finalmente a formaggi stagionati di alta qualità. Senza lattosio, senza glutine e senza soia, sono disponibili in numerose varianti, sia nella tipologia che nel gusto. Per il gusto troviamo sicuramente: Ceci, Ceci e Peperoncino, Ceci e Noci, Ceci e Tartufo, Ceci e Pepe Nero.

Gondino

Prodotto al 100% in Italia – precisamente in Toscana – Gondino è probabilmente il formaggio vegan attualmente più diffuso e conosciuto da noi. Si trova in tutti gli store vegan specializzati online e “offline” come iVegan e Vegan Store a Roma. Nutre un grande seguito di fan e appassionati, e si può acquistare sia in versione fresca e delicata tipo caciotta, che in versione più stagionata tipo pecorino e parmigiano, in busta, già grattugiato. Anche in questo caso, numerose sono le varianti che il produttore offre nel gusto: pepe, peperoncino, erbe aromatiche, aroma tartufo bianco e funghi, classico…

Violife

I formaggi Violife arrivano dalla Grecia e ci offrono alternative vegetali alle mozzarelle, agli spalmabili, al gorgonzola, al formaggio a fette e ai grattugiati.

Verys

Come Violife, anche Verys ci offre un’ampia varietà di prodotti vegetali, come lo stracchino, la caciotta e la mozzarella di riso integrale germogliato, in versione classica o fumè. Violife è un’azienda italiana e produce in Italia.

Jeezano

Jeezano si è imposto nel mercato come l’alternativa vegetale al parmigiano e al pecorino. Ottimo sulla pasta, sul riso o su altre pietanze. Disponibile in barattolo già grattugiato o nel classico blocco da grattugiare o volendo tagliare a scaglie o dadini.

Fermaggio

Qui siamo in piena produzione artigianale, con sicuramente più opzioni e sfumature di gusto rispetto a quella industriale. Fermaggio offre una linea di formaggi vegetali prodotti in Italia partendo dalla fermentazione di frutta secca; nello specifico di anacardi e noci di macadamia. I formaggi offerti sono sia freschi che stagionati. Tra i formaggi freschi, interessante e degna di nota è la loro mozzarella a base di anacardi, mandorle, olio di cocco e olio extra vergine di oliva. Un prodotto innovativo attualmente unico nel mercato. Tutti i prodotti della linea utilizzano pochi e genuini ingredienti di qualità, lavorati con cura e macinati lentamente a pietra. Sono inoltre vegani, crudisti, senza latte, senza glutine, naturalmente senza colesterolo, e ricchi di enzimi probiotici, vitamine, proteine e sali minerali.

CashewFicio

Dulcis in fundo, segnaliamo i prodotti del CashewFicio, deliziosi formaggi artigianali prodotti da una giovane coppia di Genova e realizzati a base di ceci o di anacardi. Anche qui il livello di qualità è molto alto, come ampia è la varietà e la scelta. Potete scegliere tra formaggi spalmabili freschi, stagionati, speciali di loro creazione e con muffe. Tra i gusti, ci sono: classico, erbe di provenza, affumicato, pepe nero e curry, tartufo nero, muffervert, grande muffo, aglio olio e peperoncino, pepe nero e curcuma, mirtilli e rosmarino, miso.

Ricordiamo infine che esistono ormai centinaia di ricette online e diversi libri specializzati per la realizzazione di fantastiche ricette di formaggi vegetali.

Il principale pregio di questi prodotti industriali o artigianali già pronti è ovviamente quello di far risparmiare tempo e impegno alle persone che desiderano mangiare del “formaggio”, ma anche quello di offrire un’esperienza sensoriale che spesso non è possibile replicare amatorialmente in casa con l’autoproduzione seguendo ricette fai da te, soprattutto se non si è portati nel farlo.

Nella speranza dunque di avere sempre più facile accesso a questi prodotti nei supermercati comuni, non ci resta che sperimentare e provarli tutti!

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Beyond Meat sta lavorando da diversi mesi ormai allo sviluppo di due nuovi prodotti a base vegetale: bacon e bistecche animal-free.

La società californiana – specializzata in produzione di carne non-carne e di cui è investitore anche l’attore Leonardo DiCaprio – sta intanto conquistando il mondo grazie al suo realistico “hamburger di manzo”.

Nessuna data di lancio è prevista al momento per i nuovi prodotti. Il CEO Ethan Brown ha riferito alla CNN che il team di ricerca e sviluppo dell’azienda sta aspettando di raggiungere una svolta importante per lanciare le alternative vegetali.

Tutti i nuovi prodotti vengono sviluppati fedelmente alla mission aziendale, che è quella di creare una gamma di surrogati realistici della carne che siano privi di soia, glutine e OGM, oltre ad essere gentili con gli animali e il pianeta.

Per quanto concerne i prodotti attualmente in fase di sviluppo, Brown ha dichiarato che le nuove aggiunte «sono importanti per il loro catalogo», e quindi necessitano di tempo e sperimentazione.

Beyond Meat offre attualmente una gamma di carni finte come hamburger, salsicce e carne macinata che vende nei supermercati e presso ristoranti fast food come Neat Burger, Subway e Dunkin’ Donuts.

Non ci resta che aspettare nuovi sviluppi!

Per maggiori informazioni sui prodotti Beyond Meat visita il Sito Web: BeyondMeat.com

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Ford debutta al Salone di Los Angeles con un’auto completamente elettrica e animal-free.
Nessuna pelle o altri prodotti di origine animale sono stati utilizzati per la realizzazione della nuova Mustang Mach-E di Ford, un SUV dal design sportivo di una Mustang.

Una mossa audace quella del gigante automobilistico, che progetta un’auto dalle caratteristiche ibride in grado di attrarre una clientela informata, al passo coi tempi e proiettata verso il futuro: ecologismo e sportività sono le caratteristiche principali. Niente diesel, né benzina.

Per gli interni, Ford offre una varietà di opzioni, ma sono tutte senza crudeltà verso gli animali.

Ecco lo spot:

“Volevamo che fosse un prodotto animal-free”, ha dichiarato Brittany Moss, designer specializzata in colori e materiali presso la Ford. “Questa è la decisione giusta per il tipo di cliente che Ford sta cercando di attrarre”.

Un’auto dunque dalla forte impronta sia ambientalista che animalista.

Michelle Neff – autrice di diversi libri a tema ambientale – ci spiega come viene prodotta la pelle e perché è dannosa sia per gli animali che per l’ambiente: “una volta che la pelle è stata raccolta dall’animale macellato, c’è un processo in tre fasi che deve subire per diventare pelle. La carne rimanente viene raschiata via e i peli rimossi, dopodiché viene trattata (abbronzata) per garantire che non si decomponga. La pelle viene quindi diluita, riconciata, lubrificata e, se necessario, tinta. Questo processo utilizza diverse sostanze chimiche e tossine tra cui ammoniaca, coloranti a base di cianuro e formaldeide. Alcuni di questi prodotti sono cancerogeni e tutti sono inquinanti ambientali che finiscono per essere rilasciati nell’aria, nel terreno e nella fornitura di acqua. Questi processi sono particolarmente inquinanti nei paesi in cui non vengono applicate precise normative ambientali”.

Interni sintetici animal-free di Ford

La nuova Ford si può ricaricare sia in casa che nelle stazioni di ricarica ad alta tensione disponibili, per un’autonomia fino a 600km e un grande risparmio economico. In viaggio è silenziosa e non inquinante.

Il SUV Mustang Mach-E sarà in vendita nei concessionari entro la fine del prossimo anno e si posiziona al momento come miglior competitor di Tesla, l’azienda californiana nata nel 2003 e specializzata proprio nella produzione di auto esclusivamente elettriche.
Tra queste, Tesla ha iniziato a produrre con materiali sintetici e senza pelle dal 2016 e di recente è riuscita a convertire anche il volante, completando così il puzzle con l’ultimo pezzo che mancava all’appello. La sua Model 3, con interni completamente animal-free, sarà disponibile anch’essa a partire dal 2020.

Con la Mach-E , Ford dimostra di essere al passo coi tempi e si unisce al numero crescente di case automobilistiche che – sulla scia di Tesla – hanno iniziato a creare modelli adatti a vegani e ambientalisti, tra cui Volvo – che rilascerà la sua Polestar 2 nel 2020 – e Audi – che inizierà a produrre la sua concept car e-tron GT nello stesso anno. Il 2020 sarà dunque un anno importante per le automobili, con una svolta verso un futuro più pulito e rispettoso della vita.

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Con una popolazione mondiale in aumento e sempre più affamata, e un pianeta gravemente saccheggiato e compromesso nelle sue risorse fondamentali alla vita umana, sembrerebbe che la carne sia un lusso che non possiamo più permetterci. Gli scienziati stanno iniziando a dare il loro contributo per correre ai ripari e trovare varie soluzioni al problema di approvvigionamento alimentare che oggi riguarda l’impiego degli animali. Le risorse destinate a loro e agli allevamenti, dovrebbero andare direttamente all’uomo.
Se cambiare abitudini alimentari e acquisire più consapevolezza ambientale e del cibo che mangiamo non è un’impresa alla portata di tutti, ecco che interviene la scienza.

In occasione del CES di Las Vegas, il Consumer Electronics Show – uno dei più importanti appuntamenti statunitensi dedicati all’innovazione tecnologia – l’azienda vegan Impossible Foods ha ottenuto il premio “Top Tech of CES 2019” da due editori indipendenti del settore, Digital Trends e Engadget, battendo tutte le altre società tecnologiche.
Nel corso della fiera, la società ha servito 12.000 burger 2.0 da un food truck esterno al Las Vegas Convention Center, conquistando i cuori e le bocche di tutti.

Tra migliaia di gadget tecnologici presentati in quell’occasione, il prodotto che ha ottenuto dunque il massimo dei voti non è fatto di silicio o alimentato a elettricità, ma di finta carne animale. Il vincitore, l’Impossible Burger 2.0, è il burger vegan di Impossible Foods con la sua ricetta rinnovata rispetto alla prima risalente al 2016:

“Riducendo il gap aromatico tra carne reale e carne a base vegetale, Impossible Burger rende più facile per tutti fare scelte alimentari più rispettose dell’ambiente, e questa è una grossa scommessa.
L’allevamento è la prima causa di distruzione ambientale nel mondo. Per questo, ridurne il consumo e la produzione è probabilmente uno dei modi più efficaci per combattere il cambiamento climatico” – Drew Prindle, editore di Digital Trends, una delle riviste tecnologiche che ha selezionato i vincitori del CES.

Secondo i dati forniti dai produttori, l’Impossibile Burger consuma circa il 75% in meno di acqua, genera circa l’87% in meno di gas serra e richiede circa il 95% in meno di terra rispetto alle tradizionali carni bovine macinate.

È inoltre un prodotto senza ormoni, antibiotici, colesterolo e aromi artificiali.

“Abbiamo mangiato carne da quando vivevamo nelle caverne. E oggi, alcuni dei nostri momenti più magici insieme accadono intorno alla carne: barbecue del fine settimana, corse di fast-food alla mezzanotte, martedì Taco, Hot Dog al campo da baseball. Quei momenti sono speciali e non vogliamo che finiscano mai. Ma usare gli animali per fare carne è una tecnologia preistorica e distruttiva. L’agricoltura animale occupa quasi la metà dei terreni sulla Terra, consuma un quarto della nostra acqua dolce e distrugge i nostri ecosistemi. Quindi stiamo facendo qualcosa al riguardo: abbiamo trovato un modo per fare carne usando le piante, così che non dobbiamo mai più usare gli animali. In questo modo, possiamo mangiare tutta la carne che vogliamo, per tutto il tempo che vogliamo. E salvare il miglior pianeta dell’Universo conosciuto”. Questo è quanto si può leggere sul sito di Impossibile Foods.

Il prodotto è progettato per essere indistinguibile dalla carne animale e per sostituirsi completamente ad essa nel sistema alimentare dell’uomo, iniziando dalla riproduzione fedele della carne bovina macinata per poi proseguire – per ora – con la riproduzione della classica bistecca.

Durante un periodo sabbatico, Patrick O. Brown – fondatore dell’azienda californiana e biologo molecolare di fama, ex professore emerito di biochimica all’Università di Stanford, noto per essere tra gli inventori dei microarray di DNA e uno dei fondatori della casa editrice scientifica Public Library of Science – si è chiesto quale fosse il principale problema ecologico del pianeta, e come risolverlo. Decise dunque di concentrarsi su uno dei principali problemi responsabili del riscaldamento globale e della deforestazione: l’allevamento animale e il consumo di carne. Ricreò dunque in laboratorio un tipo di carne vegetale che fosse appetibile anche per gli onnivori grazie a notevoli somiglianze nell’aspetto, nella consistenza, nella cottura e nel gusto. Un’attenzione particolare viene riservata anche al profilo nutrizionale.
Nasce così dunque l’azienda che fa concorrenza alla carne e che vuole attrarre tutti, vegani, vegetariani ma soprattutto chi, abituato a vecchi sapori e tradizioni, non sa rinunciarvi e vuole mantenere le sue abitudini e la sensazione di mangiarla.

Così, il tortino di carne vegan che si può cucinare in più modi – non solo come hamburger, ma anche come ragù e polpette ad esempio – è ora disponibile in tutti gli Stati Uniti, in oltre 5.000 sedi, dai ristoranti di lusso alle catene di fast food, tra cui White Castle, Applebee’s e Earls Kitchen.

Ovviamente sta sbarcando anche in tutto il resto del mondo:

Per alcuni, è stato sorprendente vedere una compagnia di “hamburger” comparire in una conferenza tecnologica e persino vincere.

“Il cibo è la tecnologia umana più importante, antica e fondamentale”, ha affermato Patrick Brown. “Il cibo che hai nel piatto ogni giorno è il prodotto di migliaia di anni e di ricerca, esplorazione e scoperta per capire quali parti di piante e animali sono sicuri da mangiare e come meglio elaborare e preparare quegli ingredienti per farne qualcosa di appetitoso e sano da mangiare”.

Brown ha definito l’ascesa della produzione e del consumo di carne “una nave da razzo verso l’apocalisse ambientale”. Sottolineando il punto – quando un giornalista brasiliano presente al CES ha ricordato le famose steakhouse del paese – Brown ha replicato che il paese una volta “era famoso per l’Amazzonia”.

L’obiettivo generale di Impossible Foods è quello di “sostituire completamente gli animali nel sistema alimentare”, e in questo processo, la carne bovina è il primo obiettivo a causa della sua enorme impronta ambientale.

Tra gli ingredienti di Impossible Foods troviamo tuttavia l’“ingegneria genetica” per riprodurre l’eme, cosa che può far storcere il naso a molti puristi dell’alimentazione vegetale (e non) che preferiscono cibi più naturali, e in generale con pochi ingredienti e poco elaborati.

L’eme è una molecola nel sangue il cui scopo è trasportare ossigeno e che gli scienziati di Impossible Foods hanno scoperto essere determinante per il colore, il sapore, l’odore e lo sfrigolare della carne.

L’eme è altamente concentrata nella carne rossa ma può essere trovata anche in alcune piante, come nelle leguminose come la soia. Ottenere l’eme da legumi come la soia richiederebbe però un’enorme quantità di raccolto che non risolverebbe il problema ambientale dello sfruttamento dell’acqua e del terreno cui Impossible Foods aspira. L’azienda dunque oggi produce grandi quantità di questa molecola grazie a del lievito geneticamente modificato.

Se la cosa non vi piace (e lo capisco), esiste già un’alternativa più naturale alla carne vegetale offerta da Impossible Foods ed è quella di Beyond Meat, azienda americana sua concorrente, i cui burger possiamo trovare anche qui in Italia nella catena di hamburgerie bolognesi Welldone.

Il principio dei suoi prodotti e la missione aziendale sono gli stessi, ma tra gli ingredienti non troviamo OGM.

Il Beyond Burger utilizza infatti del semplice succo di barbabietola al posto dell’eme prodotto in laboratorio, è inoltre senza soia. Sia l’Impossible Burger 2.0 che Il Beyond Burger sono invece senza glutine.

La ricetta è comunque complessa in entrambe le versioni di carne vegetale.
Il Beyond Burger contiene ad esempio proteine di pisello isolate, olio di canola, olio di cocco e aromi tra i componenti principali. Seguono inoltre, in quantità uguale o inferiore al 2%, cellulosa di bambù, cellulosa di metile, amido di patata, maltodestrina, estratto di lievito, sale, olio di girasole, glicerina vegetale, amido secco, gomma arabica, acido ascorbico, succo di barbabietola, acido acetico, estratto di mela e succo di limone concentrato.

Dal punto di vista ambientale invece, nulla da ridire in entrambi i casi, ma il Beyond Burger sembra consumare addirittura meno risorse rispetto all’Impossible Burger con il 99% in meno di acqua, il 93% in meno di terra e il 90% in meno di gas serra rispetto ai tradizionali hamburger. Cifre ovviamente approssimative, fornite dall’azienda.

Insomma, ognuno potrà fare le sue valutazioni. Da vegana amante della semplicità e che non ha alcun problema a non mangiare carne credo che potrei assaggiare questi prodotti per curiosità sperando che non diano fastidio per un eccesso di similitudine alla carne al sangue (che non mi è mai piaciuta), ma non ne farei mai alimenti indispensabili da consumare regolarmente. Come lo stesso, del resto, non andrebbe fatto con la carne animale, ricca anch’essa di tanti ingredienti indesiderati, sia naturali come i grassi che artificiali, se pensiamo ad esempio ai farmaci somministrati agli animali in vita e che poi finiscono nel piatto.

La sensazione è che siano prodotti rivolti agli onnivori che vorrebbero mangiare vegetale ma che per qualche motivo non ci riescono o che mangiano solo in base al gusto e alla gola, senza alcun tipo di orientamento e consapevolezza alimentare.

Sul fronte veg invece sembrano interessanti per uno “sgarro onnivoro”, magari da fare in compagnia di amici che amano il barbecue e i fast-food. 

Certamente, da un punto di vista vegano e salutista, la soluzione migliore sarebbe quella di non mangiare carne, né vera né finta. Ma gli sgarri vanno fatto ogni tanto, quindi ben vengano tutte queste varie opzioni veg!

Nel frattempo il pianeta e gli animali ringraziano per queste invenzioni.

E in fondo siamo davvero solo all’inizio!

Per saperne di più su Impossible Foods e Beyond Meat, visita i rispettivi Siti Web Ufficiali:

Sito Web: Impossible Foods
Sito Web: Beyond Meat

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A presto! :)
Martina

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È fresca di questi giorni la notizia della collaborazione esclusiva tra l’azienda che produce i Dream Pops (Gelati Vegan) e Starbucks, la famosa catena statunitense di caffetteria.
Dal 5 luglio fino al 5 ottobre i clienti potranno provare i Dream Pops in cinque punti vendita di Los Angeles:

1. La Brea and 4th
2. Melrose e Stanley
3. Third Street Promenade
4. Wilshire e Santa Monica
5. San Vincente e Barrington

Per ora si tratta di una breve collaborazione-test a tempo limitato ma se tutto andrà bene potrà essere estesa ulteriormente e su tutto il territorio americano (e oltre).

I Dream Pops saranno infatti una sorta di dolcetto vegan a tempo determinato, disponibile soltanto tra le 14:00 e le 17:00, nell’arco dei tre mesi indicati e nei cinque punti vendita selezionati.

I Dream Pops sono dei gelati vegan simili a dei ghiaccioli cremosi per aspetto e consistenza. Frutto di 4 anni di lavoro da parte di una startup americana in collaborazione con uno chef stellato specializzato in cucina molecolare, i Dream Pops sembrano essere la perfetta sintesi del cibo del futuro: un cibo sano, naturale, gustoso e vegano.

Senza latte, senza soia e senza glutine, ma realizzati con latte e zucchero di cocco, frutta fresca e vari «superfood» naturali e nutrienti, questi gelati segnano una svolta importante nel panorama internazionale del gelato e sono il simbolo di una rivoluzione alimentare che si sta finalmente estendendo anche alla grande distribuzione.

I produttori dei Dream Pops sono molto entusiasti di questa collaborazione e orgogliosi del loro lavoro. Dichiarano:

“Siamo entusiasti di annunciare la nostra collaborazione esclusiva con Starbucks.”
“Siamo sostenitori di stili di vita salutari e l’appeal del gelato è innegabile, ma il suo fascino ha anche ostacolato il suo cambiamento che i tempi di oggi richiedono. Creando un alimentato a base vegetale ricco del sapore del vero cibo e fatto di soli ingredienti naturali, stiamo riscrivendo la storia culinaria.”

Non solo sono vegani, naturali, gustosi, sani e contengono meno di 100 calorie e 7 grammi di zucchero ciascuno…ma rappresentano anche un raro incontro tra grande distribuzione, tecnologia, design e gastronomia gourmet.

Grazie alla collaborazione con lo chef stellato Juan Amador, i gusti, gli ingredienti e gli accostamenti sono insoliti e ricercati: il ghiacciolo al mango contiene una nota di rosmarino ad esempio, quello al cioccolato il profumo dei funghi porcini e quello al latte di cocco contiene baobab sotto forma di polvere superfood altamente benefica e nutriente ricavata dai frutti dell’albero.

6 i gusti disponibili e al momento acquistabili in confezioni da 10 sul loro Shop Online solo in modalità «nationwide» (all’interno del loro Stato, California):

1. Passion Jacky
2. Chocolate Lion
3. Berry Dreams
4. Mango Rosemary
5. Coconut Latte
6. Vanilla Matcha

All’interno dello Shop del loro sito trovate tutti gli ingredienti e la tabella nutrizionale di ciascun gusto:
Sito Web: Dreampops.com
Shop Online: Shop Dreampops.com

Confezione “degustazione” Dream Flight: «Tutti i gusti!»

Il design infine è ricavato attraverso la stampante Ultimaker 3D per produrre degli stampi in metallo al cui interno viene aggiunta e raffreddata con azoto liquido la purea organica con tutti gli ingredienti del gelato.

I Dream Pops sono ambiziosi e hanno l’obiettivo di conquistare un numero sempre maggiore di persone attente a ricevere cibo sano e naturale, su tutto il territorio americano e oltre!

Per Starbucks questo non è il primo passo verso un’alimentazione 100% vegetale e a tal proposito ci saranno grandi novità entro la fine dell’anno con l’introduzione di un menù completo vegan.

Durante una riunione degli azionisti a marzo, Rosalind Brewer, direttore operativo di Starbucks, ha dichiarato:

“Abbiamo una nuova linea naturale che vorremmo presentare ai nostri clienti entro la fine dell’anno. Sappiamo che i nostri clienti ce lo chiedono ripetutamente e dunque risponderemo alle richieste.”

Insomma, che dire…la battaglia Vegan e al «Junk Food» è appena iniziata, ma promette bene! :)

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A presto! :)
Martina

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L’avocado continua a stare sotto i riflettori, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione vegana, e questa volta ci finisce per il gelato vegan!

Conosciuto per essere un alimento tanto amato e duttile, l’avocado si presta bene sia per ricette salate che per ricette dolci, e qualcuno di voi l’avrà sicuramente già sperimentato in casa con qualche ricetta reperibile online per prepararci veloci e nutrienti creme al cioccolato ad esempio, o veri e propri gelati!

La news fresca ti questi giorni e che sta facendo il giro del web tratta di un gelato pensato per la grande distribuzione – attualmente in vendita in America presso una catena americana specializzata in cibi biologici e salutisti (Whole Foods) – e che finalmente non utilizza la soia come alternativa al classico gelato con latte di mucca.

Pochi gli ingredienti utilizzati e tutti gluten-free. Inoltre, l’utilizzo di zucchero di canna biologico e in quantità inferiori rispetto a prodotti simili della concorrenza, lo rendono una scelta più sana.

Il gelato vegan in questione si chiama “Cado” e promette di essere un vero successo. Ha tutte le carte in regola per essere un prodotto apprezzato da tutti: vegani, salutisti e non.

I produttori tengono a precisare che si tratta di un gelato fatto con l’avocado, ma non al gusto di avocado, non per il momento almeno…perché l’idea non dispiace!

Al momento è disponibile in tre gusti diversi – Deep Dark Chocolate, Simply Lemon e Mint Chocolate Chip – ma l’azienda ha già annunciato che sono in arrivo anche vaniglia, caramello salato e cherry amaretto!



Chi l’ha provato dice che sia buonissimo!
Forse un giorno avremo il gelato vegan all’avocado anche in Italia!

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