Chef Vegan – VEGANGAME https://www.vegangame.it Crescere Vegan! Mon, 23 Mar 2020 18:54:28 +0000 it-IT hourly 1 Ciriera! Convertono con successo il loro ristorante da onnivoro a vegan! https://www.vegangame.it/news-vegan/storie-di-successo/ciriera-convertono-con-successo-il-loro-ristorante-da-onnivoro-a-vegan https://www.vegangame.it/news-vegan/storie-di-successo/ciriera-convertono-con-successo-il-loro-ristorante-da-onnivoro-a-vegan#respond Sun, 15 Jul 2018 16:11:39 +0000 http://www.vegangame.it/?p=5872 Ciriera Trequanda Siena Ristorante Vegan

Ciriera era un classico ristorante onnivoro situato nel paesino medievale di Trequanda, in provincia di Siena, fino a quando i suoi gestori non sono diventati vegani… Inizia così la storia a lieto fine per Giorgio e Federica, due ristoratori onnivori, marito e moglie, che diventando vegani nel privato, sentono la profonda esigenza di cambiare e ...

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Ciriera Trequanda Siena Ristorante Vegan

Ciriera era un classico ristorante onnivoro situato nel paesino medievale di Trequanda, in provincia di Siena, fino a quando i suoi gestori non sono diventati vegani…

Inizia così la storia a lieto fine per Giorgio e Federica, due ristoratori onnivori, marito e moglie, che diventando vegani nel privato, sentono la profonda esigenza di cambiare e rivoluzionare anche la loro attività convertendola da onnivora a vegan.

Dopo un primo momento di smarrimento e 7 anni di lavoro nella ristorazione onnivora, decidono di chiedere aiuto per avere un supporto professionale nella fase di transizione, per la completa “veganizzazione” del loro menù e per l’introduzione di nuovi piatti.

Intercettano così online una figura professionale che trasmette loro fiducia e si lasciano guidare. Contattano Emanuele Di Biase, direttore della VEGANOK Academy, specialista della cucina e pasticceria vegan. Federica si iscrive anche ad uno dei loro corsi per diventare una vera e propria chef vegan! Un’esperienza che le farà acquisire sempre più sicurezza, diventando ogni giorno più brava.

Oggi l’intero menù disponibile presso il Ciriera è vegan – dal salato al dolce al gelato – ed è apprezzato da tutti!
La loro clientela è varia: non solo vegani ma anche onnivori felici di provare un’esperienza di gusto differente e sorprendente, proprio come non si aspettavano.

Guarda il video e scopri questa storia di successo:

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A presto! :)
Martina

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Jordy Poggi e la Thailandia: intervista al talentuoso Raw Vegan Chef bolognese! https://www.vegangame.it/business-vegan/jordy-poggi-la-thailandia-intervista-al-talentuoso-raw-vegan-chef-bolognese https://www.vegangame.it/business-vegan/jordy-poggi-la-thailandia-intervista-al-talentuoso-raw-vegan-chef-bolognese#respond Wed, 02 Mar 2016 15:59:55 +0000 http://www.vegangame.it/?p=1611 Jordy Poggi

Oggi conosciamo meglio Jordy Poggi, giovanissimo Vegan Chef originario di Bologna trasferitosi di recente in una piccola isola della Thailandia che si chiama Ko Phangan. Di lui mi avevano colpito i piatti realizzati presso il CambioLogico di Forlì per i colori, gli ingredienti e la complessiva bellezza. I sapori? Immagino siano stati all’altezza delle aspettative, ...

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Jordy Poggi

Oggi conosciamo meglio Jordy Poggi, giovanissimo Vegan Chef originario di Bologna trasferitosi di recente in una piccola isola della Thailandia che si chiama Ko Phangan.
Di lui mi avevano colpito i piatti realizzati presso il CambioLogico di Forlì per i colori, gli ingredienti e la complessiva bellezza. I sapori? Immagino siano stati all’altezza delle aspettative, purtroppo posso giudicare soltanto attraverso le foto che ho mangiato con gli occhi…
Da allora lo seguo con piacere su Facebook dove è stato recentemente ribattezzato “Il tentatore perfetto” per lo stile di vita che promuove, in barba a noi poveri occidentali immersi nello stress del traffico cittadino, e per le foto che pubblica in riva al mare, sorseggiando una bevanda al succo di cocco o sulla sponda di una piscina che si affaccia su panorami incontaminati mozzafiato.
Tracce fotografiche dei suoi bagni di sole in versione nudista invece, chissà perché, ha deciso di non lasciarne.
In Thailandia si divide tra vari lavori differenti, perlopiù come educatore di stile di vita sano, etico e consapevole attraverso corsi e consulenze in una clinica detox, l’Orion Healing, e anche come manager del reparto cucina e capo chef in altre cliniche e spazi riservati a workshop ed eventi olistici e alternativi.

Nonostante i molti traguardi raggiunti per un ragazzo della sua età, Jordy è una persona alla mano e sempre disponibile per chi voglia saperne di più su come raggiungerlo nella sua isola preferita :)

Qualche giorno fa ho deciso di contattarlo. Questa è la sua intervista.

Chi è Jordy Poggi e cosa ci fa oggi in una piccola isola della Thailandia?

Nato in Romagna nel 1989, sono un’anima che cercando di seguire il proprio Dharma (compito individuale terreno) si affida alle chiamate della vita con lo scopo di condividere, attraverso le proprie esperienze, un cammino di consapevolezza a 360 gradi che insegna come la salute sia una perfetta armonia tra corpo, mente e spirito. Dopo anni passati a lavorare come chef vegan raw a Londra e in Italia, il destino mi ha successivamente portato in Thailandia, dove ho avuto modo di poter mettere in atto la mia principale vocazione lavorando in un centro detox in cui educo le persone su come adottare uno stile di vita responsabile e salutare assieme ad un team specializzato di praticanti olistici e medici alternativi. Parallelamente al lato lavorativo, sto impiegando la maggior parte del mio tempo per studiare e praticare sistemi olistici (reiki, ayurveda, meditazione) e argomenti inerenti alla sfera spirituale che va coltivata a pari passo di quella fisica per mantenere un adeguato stato di salute generale.

Cosa ti piace del posto in cui vivi adesso?

Mi piace il fatto di poter mettere in pratica quello che più mi gratifica nella vita, e cioè aiutare il prossimo condividendo i miei principi con persone meravigliose vivendo in una comunità di alti standard di consapevolezza e spiritualità in mezzo ad una natura incontaminata e spiagge cristalline dove rilassarsi, cantare e sorseggiare cocchi freschi caduti dagli alberi in totale libertà e naturalezza.

Cosa mangi? Sei tendenzialmente crudista o semplicemente vegano?

Non mi piace identificarmi in nessuna ‘etichetta’. Diciamo che sul lato alimentare ho una visione d’ insieme che tiene conto di principi ayurvedici, igienisti ed anche emozionali. Ognuno di noi è diverso ed ha un differente percorso sia futuro che passato fatto di imprintings e condizionamenti legati al proprio vissuto e alla propria famiglia, società e credenze. Ciò non significa alimentarsi esclusivamente in un determinato modo, ma piuttosto sapersi ascoltare e una volta imparato a conoscersi, concedersi anche consapevolmente quello che la mente e le emozioni ci chiedono in maniera responsabile). Ho comunque deciso di adottare una dieta etica da anni che escludesse qualunque prodotto di origine animale o dannoso per l’ecosistema fin dove possibile. Invito tutti ad informarsi sugli impatti sociali, ambientali e salutistici che una dieta inconsapevole porta con se.

Un esempio di cibo emozionale che piace a me! :) (Martina)
Chef: Jordy Poggi

Quando, come e perché è iniziato il tuo percorso vegan?

Il mio percorso di consapevolezza è iniziato molto presto verso l’adolescenza, mosso in prima linea da motivi salutistici che ho adottato sotto consiglio di un medico naturopata per curare alcuni malesseri che mi portavo dietro da anni e che nessun medico o specialista aveva saputo identificare o risolvere. Affascinato dai risultati che un’alimentazione più naturale mi aveva portato, ho iniziato ad interessarmi all’ambito nutrizionale e alimentare per soddisfare la mia personale curiosità e voglia di sapere. Mi si è aperto un mondo e i motivi etici sono subentrati di pari passo.

“Easy and simple zucchini fettuccine w/ creamy green coconut and tomato sauce. Out of this world.” J.P.

E il tuo percorso professionale?

Essendo un’anima creativa e artistica, sono sempre stato affascinato ed interessato alla cucina perché trovo sia un modo per esprimersi e raccontarsi. Ovviamente non potevo non conciliare il mio lavoro in cucina con il mio stile di vita e i miei principi, sono quindi partito per Londra dove ho lavorato presso i migliori ristoranti vegan e raw della capitale per affinare le mie tecniche e imparare dai migliori maestri i trucchi del mestiere.

“Attenzione al vuoto”. Primo giorno a Londra per Jordy Poggi

Sono poi rientrato in Italia dove ho collaborato con vari medici partecipando come chef a conferenze ed incontri sul rapporto salute-cibo. Nel frattempo mi sono specializzato in pratiche detox venendo a contatto con ambienti igienisti e sopratutto informandomi e sperimentando come libero ricercatore. Ora mi trovo in Thailandia per approfondire il mio percorso di consapevolezza concentrandomi sulla parte spirituale ed emozionale che gioca un ruolo fondamentale sulla salute a lungo termine e non solo.

Se ti dico “CamBio Logico” tu a cosa pensi? Cosa ha rappresentato per te quel periodo?

CambioLogico ha rappresentato un’enorme opportunità per mettermi in gioco e spingermi oltre le mie possibilità e quindi crescere nell’ambito professionale. Ho incontrato persone meravigliose con cui sono tutt’oggi rimasto in contatto e mi ha dato anche molta visibilità.

Cheesecake alla Fragola di Jordy al CamBio Logico, ristorante vegan di Forlì

Oriente e occidente, quali sono le differenze che hai notato nelle piccole cose di tutti i giorni?

Il sistema e stile di vita del posto in cui mi trovo non è basato sul consumismo e quindi non c’è quell’intento comune di altri paesi più ricchi e sviluppati di dover ‘mostrare’ il proprio status economico per elevarsi sul piano sociale tramite vestiti alla moda o macchine costose. La vita è molto più pura e si basa su altri principi, più spirituali (buddhismo).

Il felicissimo coinquilino di Jordy posa sorridente per lo scatto

Come si svolge la tua giornata tipo lavorativa e la tua giornata tipo festiva?

Tutte le mie giornate (eccetto il sabato e i giorni di luna nuova e luna piena) iniziano alle 7.00 con la pratica Ashtanga (yoga) per circa 2 ore. In quanto tendo a sbilanciarmi spesso in Vata (principi ayurveda, ndr) la disciplina nella routine è indispensabile per persone come me per essere piu strutturati e meno perse nella mente che a volte crea confusione con mille pensieri. Dopodichè mi reco in spiaggia per rilassarmi e fare concentrato di sole e poi al lavoro dove mi occupo di corsi, consultazioni, formazione del personale e gestione della cucina a 360 gradi. La mia giornata libera si basa sul puro relax: mare cristallino, bagni di sole, massaggio thailandese con olii aromatici che non deve assolutamente mancare nella mia giornata e condivisione sociale con tante belle anime like-minded e tanti tanti eventi, musica e ballo.

Mare cristallino

In cosa consistono i tuoi ritiri spirituali o periodi di meditazione?

Sono solito partecipare a ritiri sciamanici. Queste cerimonie richiedono tanta fatica e lavoro, lavoro interiore e giorni di preparazione e una grande forza di volontà. Durante queste esperienze si vive un vero e proprio viaggio dantesco nella Divina Commedia, dove si affrontano i propri demoni nelle profondità dell’inferno fino ad arrivare in paradiso dove si incontra Dio. Se solitamente usiamo un 10% del cervello, durante queste cerimonie se ne usa fino anche al 100%, ciò significa quindi un elevamento delle facoltà che durante le normali giornate rimangono principalmente assopite e in certi individui completamente atrofizzate. Durante queste esperienze oniriche si hanno intuizioni, visioni, dialoghi con entità superiori e soprattutto grande introspezione che ci fornisce degli strumenti per migliorare le condizioni di vita di tutti i giorni e tanto altro.

“Non possiamo fare del cibo il nostro punto centrale nella vita” è un tuo commento a una discussione animata che recentemente ha avuto luogo su un gruppo Facebook. Ribadiamo il tuo concetto di salute: non solo alimentazione dunque…

L’alimentazione non cura e non guarisce, quello che fa la differenza è lo stile di vita a 360 gradi. La salute si ottiene tramite il raggiungimento di una perfetta armonia tra corpo, mente e spirito. Ciascuna parte è importante e vale tanto quanto le altre.

A differenza di tanti vegani, sembri sinceramente pacato, tranquillo, sereno, in pace col mondo. Come fai?

Bisogna saper rispettare ed amare tutti perchè ognuno di noi è su un diverso percorso di vita. Non tollero chi impone le proprie idee pensando di essere superiore. C’è anche da dire che molte anime ‘giovani’ devono ancora passare attraverso ripetute esperienze che servano ad indirizzarle verso un diverso percorso di vita legato alla visione dell’ uno e quindi fare il bene di tutti (per poi farlo in automatico anche a se stessi). E quando parlo di anime giovani non intendo persone giovani di età anagrafica, ma prlo di quante colte l’anima si è reincarnata attraverso varie esperienze terrene.

Olio di palma. So che hai avuto modo di vedere con i tuoi occhi le conseguenze devastanti per l’ambiente e gli animali. Cosa puoi dirci a riguardo?

Si, l’olio di palma è un grosso problema che sta affliggendo le popolazioni di dove questo prodotto è originario. Anche la fauna e la flora chiaramente ne risentono in prima linea. Qui si parla di interi ecosistemi distrutti. Invito quindi a controllare che negli ingredienti dei prodotti che si acquistano non sia presente tale olio ed evitarne il consumo, anche se molte volte viene generalmente indicato come ‘olio vegetale’ rendendone il riconoscimento molto arduo. Il mio consiglio è quello di prepararsi le pietanze in casa usando ingredienti vegetali, integrali, freschi e di stagione.

Quali obiettivi ti poni nei confronti del lavoro che stai svolgendo?

Di educare ed indirizzare verso uno stile di vita consapevole, per il bene di tutti.

Bilancio ad oggi e obiettivi per il futuro?

Il mio cammino è solo all’inizio. Per ora mi lascio guidare dalle ‘chiamate’ che ricevo dall’istinto e che mi portano sempre nei posti giusti al momento giusto, che sia Europa, America, Africa o Asia. D’altronde nulla succede per caso, c’è sempre un motivo, e questo è sicuramente il percorso che mi aspetta. Sono grato di aver canalizzato, ricevuto e capito la mia chiamata e poterla realizzare. Vivendo e focalizzandomi sul presente come unica verità, sono fiducioso che il futuro sarà radioso e mi regalerà soddisfazioni facendomi sentire gratificato. Quello che il cammino mi metterà davanti sarà la cosa giusta.

L’intervista è finita, per saperne di più su Jordy qui trovate il link al suo profilo Facebook: Jordy Poggi

Ringrazio Jordy Poggi per la disponibilità e il tempo che mi ha dedicato!

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A presto!
Martina

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“So What?!?”…Intervista #BIGvegan a Paolo Petralia! https://www.vegangame.it/business-vegan/so-what-intervista-bigvegan-a-paolo-petralia https://www.vegangame.it/business-vegan/so-what-intervista-bigvegan-a-paolo-petralia#comments Tue, 26 Jan 2016 08:18:41 +0000 http://www.vegangame.it/?p=1487 Paolo Petralia

Dopo avervi parlato di “Né carne né pesce”, la serie TV vegana-vegetariana andata in onda nel 2013 su Gambero Rosso, oggi conosciamo meglio uno dei miei beniamini vegan al maschile, Paolo Petralia, un personaggio televisivo che “personaggio” non è, uno chef (o cuoco se preferisce) ironico, arguto, diretto e con un’anima animalista. Vegano per etica, ...

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Paolo Petralia

Dopo avervi parlato di “Né carne né pesce”, la serie TV vegana-vegetariana andata in onda nel 2013 su Gambero Rosso, oggi conosciamo meglio uno dei miei beniamini vegan al maschile, Paolo Petralia, un personaggio televisivo che “personaggio” non è, uno chef (o cuoco se preferisce) ironico, arguto, diretto e con un’anima animalista. Vegano per etica, punto, ma senza avvertire il bisogno di insegnare o fare la morale a qualcuno.
Nel suo ristorante vegan a Pigneto di Roma, il So What?!?, può entrare chiunque senza sentirsi sotto processo, purché sia affamato e una buona forchetta :)
Non chiedetegli né le bacche di Goji né perché è vegano, mi raccomando, potrebbe arrabbiarsi e rispondervi “So What?!?” :D
Gli riconosco un’anima “dark”, di chi è duro fuori ma sensibile dentro!
Preparatevi a teschi e teschietti, ossicini, pietanze nere, tatuaggi, orecchini, maglie scure, coltelli e bandierine piratesche!

Confesso di aver preso da lui l’idea delle bandierine con il logo per le mie ricette! :)
© Foto di Matias Biglieri

A Pigneto, entrando nel locale, potrete entrare nel suo mondo che è fatto anche di tanta musica (punk, rock, metal…), film, oggetti e giocattoli! :)
Ammetto di conoscere poco il suo background culturale però mi piace, soprattuto quando l’attività lavorativa e la persona sono una sola cosa.

Basta parole, conosciamolo insieme attraverso le sue, iniziando così, con la mia classica domanda “semplice semplice”…tanto per cominciare :)

Chi è Paolo Petralia?

Qua uno dovrebbe rispondere trovando congiunzioni astrali tra fantapolitica spicciola e filosofia. Però sono piuttosto ancorato all’asfalto e quindi direi di essere un ex giovane ancora nella prima fascia dei 40, scarsamente alto, non direi bella presenza, ma nemmeno terribile, con una certa passione per la ristorazione, ombroso, ironico, non fumatore, sprezzante dell’esercizio fisico, appassionato di certa musica. 



Cos’è il So What?!?? e cosa rappresenta per te?

Nell’immediato della pausa domenicale tra pranzo e cena, il So What ?! rappresenta per il sottoscritto 14 ore lavorative scarsamente retribuite, ma essendo il datore di lavoro di me stesso probabilmente è inutile lamentarsene. In una panoramica più ampia oserei dire “una certa soddisfazione”. Nel senso che un’attività di ristorazione ancora in piedi al terzo anno senza una catena di investitori dietro, senza i proventi dei rapimenti dell’anonima sarda da riciclare, senza un doppio lavoro illecito a far da paravento… c’è da essere contenti. Il So What ?! in soldoni è un ristorante vegan. Semplice. Non abbiamo fini didattici o missionari. Ci piace mangiare, poi se sei vegan o non lo sei non ci interessa. Chi cerca una ristorazione consapevole può cercarla attraverso altri venditori di fuffa sul mercato. 


Come mai il nome “So What?!?? “ e il logo “dark”?

Dark è la prima volta che lo sento. Però va bene. Di ristoranti vegetariani et simili verdi ne ho visti fin troppi nel corso degli anni. Il So What ?!, e noi con lui, voleva rompere un po’ con questa tendenza. È un po’ la natura scanzonata del posto. Non facciamo proselitismo anche perché ci riteniamo dei maestri non tra i migliori. Al muro ci sono locandine di film di serie c e cose kitsch. Sicuramente spiazza un minimo la clientela. Però è stata anche la nostra fortuna essere in contrapposizione con l’ambiente della ristorazione simile. Sicuramente anche la cucina segue il trend.
Sapevamo di voler evitare nomi con colori, spezie, erbette, spesso care al settore. Abbiamo cercato, soprattutto nel nostro bagaglio musicale. Paradossalmente è colpa di Pink, ma anche un po’ degli Antinowhere League, coverizzati dai Metallica. Miles Davis invece l’abbiamo sempre snobbato. So What ?! è la risposta strafottente a chi ci chiede ironicamente il perché delle nostre diete bizzarre…

Quando e come è iniziato il tuo percorso vegan?

Nel 1994 all’incirca. Ero vegetariano già da qualche anno, però arrivava questa nuova tendenza spinta attraverso il nostro circuito musicale del veganismo. In quel momento un bel po’ di gente cambiò dieta all’interno di quella che si chiamava scena hardcore punk internazionale, senza eccezione per quella locale. Molti hanno lasciato nel corso del tempo come accadrà per questa ventata vegan degli ultimi anni probabilmente. Ho perso nel corso del tempo qualsiasi interesse per questioni salutiste etc, Ho digiunato prima di tanti, abbandonato i carboidrati, caffè etc salvo poi tornare a nutrirmi di zuccheri, carboidrati e chinotto. Se sono vegan è per motivi etici.

Quali obiettivi ti poni nei confronti del lavoro che stai svolgendo?

Rimanere aperti ancora un po’ conservando l’onestà nei confronti della clientela, dei propri lavoratori, degli f24 che paghiamo. Se riuscissi a lavorare quelle ore in meno sarebbe un desiderio eccessivamente borghese? Allora direi che potrebbe ricadere negli obbiettivi da raggiungere. Mi piacerebbe anche sdoppiare il So What ?! in altra sede, come aprire qualcosa a carattere streetfood che dir si voglia, ovviamente vegan. Però fondamentalmente propendo più per il carattere operaio che per quello imprenditoriale e la vedo difficile. Non per ultimo levare altro tempo alle 6 ore di sonno giornaliere potrebbe risultare complicato.

Come si svolge la tua giornata tipo?

Ci si sveglia già stanchi, si prende un caffè, ci si pendolarizza verso il ristorante fermandosi a diverse stazioni tipo via crucis tra fruttivendoli, supermercati, tipografi, fornitori di vario tipo. Ci si rifocilla sommariamente e si inizia la corvè di cucina in solitario. Nel corso del tempo arriveranno i collaboratori di vario genere. Si fanno proiezioni sulla serata, si affronta la clientela, si smantella tutto, si pulisce, ci si rifocilla meno sommariamente del pranzo ma nottetempo, si butta la mondezza, ci si ripendolarizza a casa. Pare un incubo eh? Francamente la figura dello chef che impartisce lezioni di vita e disserta sul benessere cosmico mi fa sempre sogghignare. Fondamentalmente la ristorazione è fatica.



Quali sono i principali segreti della tua cucina?

Non ci sono particolari segreti. Nel senso che non ci siamo proposti chissà quale alta cucina. L’onestà è la base fondamentale di quello che proponiamo in termini gastronomici. Cerchiamo di usare più possibile ingredienti freschi e di qualità, nella misura in cui ce lo concede la nostra fascia di prezzo, dettata dal quartiere, dal ristorante etc. Su quello faccio davvero i salti mortali.
Sinceramente ho sempre evitato una cucina troppo eterea. Ho sempre pensato che per star “leggeri” si sta a casa. Se mangio fuori mi devo divertire devo sentire sapori, magari forti, il sale. 


Polpette al So What?!?. Come la ricetta di nonna NON insegnava. © Foto di Matias Biglieri

Chi sono i clienti?

C’è un po’ di tutto. Probabilmente il quartiere tiene un po’ lontano il pubblico agèe. Abbiamo dai giovini transumanti di locale in locale per le vie della movida del Pigneto a coppie di tutte le specie, alle famiglie con bambini della domenica a pranzo. Quando prenotano per qualche strano motivo alcuni si sentono in dovere di mettere in evidenza se sono o meno onnivori, vegani etc. Però noi qua abbiamo voluto aprire un ristorante aperto a tutti, non un circolo culturale, non una sede della carboneria. Spesso c’è chi fa fatica e mette tutto assieme eco/vegan/solidale/bio/integrale/viverefinoa100anni, e noi siamo sicuramente di difficile comprensione, soprattutto perché scarsamente interessati all’aspetto salutista. Siamo anche non troppo gettonati dal giro animalista secondo me probabilmente perché poco didattici e venduti al sistema, hehe.

Dicono che il tuo ristorante sia pieno di cose “nerd” e “giocattoli” :D e che il bagno sia pulitissimo. Qual è l’oggetto o l’ambiente che ti piace di più del tuo ristorante e perché?


Dunque. Prima di aprire il mio ristorante – con mia moglie Alessandra tra l’altro, per niente menzionata fino a questo momento ma in realtà quando parlo di noi, intendo lei ed io – abbiamo girato per almeno 200 ristoranti vegetariani e vegan in mezzo mondo, più tutti quelli “normali” e soprattutto le pizzerie del paese in cui abitiamo. Io ho anche lavorato in diversi posti romani e non del settore. Bene o male sapevo come non volerlo il ristorante. Il come farlo è venuto poi dopo, abbiamo messo insieme uno spirito pop-trash anni 80, cinema di serie c possibilmente post nucleare e di fantascienza, un paio di architetti giovini, un po’ della collezione de i Micronauti della Gig di cui vado particolarmente fiero e non si sa per quale motivo dopo un po’ dall’apertura eravamo diventati un posto trend o comunque un locale in cui bisogna andare. Senza fingere tra l’altro, nel senso che ciò che c’è al So What ?! fa parte del mio background, del mio imprinting.
Il dinosauro Ampzilla dei Micronauti è uno dei miei preferiti. Trovo anche molto giovamento dalla presenza delle tavole da skate disegnate da Officina Infernale per Murder o il poster dell’amico Francesco Brunotti. Il gatto nero in ferro battuto fatto da mio suocero è particolarmente apprezzato in generale. Mi è valso anche il nomignolo di “il gatto” da varia gente di zona …

“Vegan“ è un’etichetta che racchiude tanti modi diversi di esserlo. Che vegano sei?

Mi fa piacere che parti da un’ampia gamma di vegan perché qua quando arriva la gente e pretende le bacche di goji e non ci sono fondamentalmente mi incazzo come una iena, “perché vegan = bacche di goji…” ok chiudiamo il capitolo che altrimenti degenero.
Sono un vegan per questioni animaliste. Ci sarebbe anche dell’altro dietro come un vago salutismo, l’avere a cuore i problemi ambientali del mondo, ma nel corso del tempo e causa l’eccessivo dissertare sull’argomento me ne sono chiamato fuori. Se uno dovesse essere duro a puro a tutti i costi se ne starebbe nella baita e passare il tempo a vedere scorrere il ruscello.

Sei stato il conduttore vegan della serie TV “Né carne né pesce” andata in onda nel 2013 su Gambero Rosso, cosa puoi raccontarci di questa esperienza? La rifaresti? Abbiamo speranze di rivederti in TV per una seconda stagione? Se sì, permetteresti ancora a Lara Rongoni, la conduttrice vegetariana, di mangiarti nel piatto?


Ahaha, come no, anzi ci rimarrei male se non lo facesse. Credo che il Gambero fondamentalmente non abbia possibilità di produzione in esterni come è avvenuto per Né Carne. Il programma è stato valido proprio perché itinerante, il che significa una certa spesa da affrontare. Quindi temo non ci sarà una seconda stagione. Lara nel frattempo ha scritto un omonimo libro di ricette vegetariane e vegan, ma fondamentalmente si occupa di produzione con la propria casa Sonne Film. Io ho invece un po’ di ricette video circolate su Huffington Post, Gambero Rosso, Puntarella Rossa etc , presenze su Alice, Tv2000, Rai, libri da scrivere che difficilmente finirò…
Al momento delle riprese, durate quasi un mese fuori casa, ancora non avevo aperto So What ?! e adesso come adesso non so se potrei riuscire a conciliare le due cose. L’esperienza è stata divertente, a tratti estenuante (2 pasti interi consumati in due ore a Firenze per esempio… ) e mi ha dato anche occasione di rivedere un po’ di persone che non vedevo da tempo, rinsaldare rapporti umani, che non fa male alle volte, perché no.

Bilancio ad oggi ed obiettivi per il futuro?

Oh, io vengo dal punk ed il futuro è sempre stata una cosa a cui credere poco. Essere ancora su strada dopo due anni nella ristorazione romana senza avere a disposizione chissà quali mezzi economici è un bel traguardo già di per sé. Quanto ad obbiettivi, faccio una vita che mi consente di averne fino a dopodomani. Già giovedì prossimo è visto come una data lontanissima a cui guardare. Anzi no, in realtà mercoledì e giovedì ho Ben Hirst, allievo di Gualtiero Marchesi, fondatore del Necci al Pigneto (notissimo punto di ritrovo della movida locale e non), in cucina a fare una serata street food british style in chiave vegan.
Mi piacerebbe fare tante cose. Sia in campo lavorativo che nella vita. Fondamentalmente bisognerebbe trovare la chiave per continuare a fare quello che faccio al momento, con onestà e coerenza ma magari senza annoiarsi nel corso del tempo.

© Foto di Matias Biglieri

L’intervista è finita, per saperne di più su Paolo Petralia, qui trovate alcuni link utili!

Sito Web del So What?!?: Sowhatvegan.com
Pagina Facebook del So What?!?: “So What?!?” Ristorante
Il canale YouTube: VeganRiot666
Il libro di ricette: Vegan Riot. La rivoluzione bolle in pentola. Ricette vegan per cuochi ribelli

L’orto del So What?!?

Se volete conoscerlo di persona, non perdetevi il prossimo evento (27 gennaio – 28 gennaio) organizzato da lui e sua moglie Alessandra. Trovate tutti i dettagli su Facebook, l’evento si chiama: “Punk Vegan not dead & God Bless So What?!?”:

“Una due giorni nel cuore della cultura punk inglese con lo chef Ben Hirst che affiancherà Paolo nella cucina del So What?!? Piatti punk realizzati appositamente per il pubblico del Pigneto.”

Pagina Facebook dell’evento: Punk Vegan Not Dead!

Vi lascio con una sua video-ricetta, Buiomega!:D

Ringrazio Paolo Petralia per la simpatia e per il tempo che mi ha dedicato!

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Né carne né pesce…La serie TV (2013) sulla cultura e cucina vegana-vegetariana! https://www.vegangame.it/tv-web-e-documentari/ne-carne-ne-pesce-la-serie-tv-2013-sulla-cultura-e-cucina-vegana-vegetariana https://www.vegangame.it/tv-web-e-documentari/ne-carne-ne-pesce-la-serie-tv-2013-sulla-cultura-e-cucina-vegana-vegetariana#comments Fri, 22 Jan 2016 18:18:56 +0000 http://www.vegangame.it/?p=1441 Né carne né pesce

All’epoca non avevo il blog e arrivo oggi con estremo ritardo a far conoscere, a chi magari non l’ha seguita a suo tempo, la serie TV sul mondo Veg andata in onda nel 2013 su Gambero Rosso e che trovai molto interessante! “Né carne né pesce” racconta il mondo vegano/vegetariano attraverso le esperienze di vita ...

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Né carne né pesce

All’epoca non avevo il blog e arrivo oggi con estremo ritardo a far conoscere, a chi magari non l’ha seguita a suo tempo, la serie TV sul mondo Veg andata in onda nel 2013 su Gambero Rosso e che trovai molto interessante!
“Né carne né pesce” racconta il mondo vegano/vegetariano attraverso le esperienze di vita e la cucina di personaggi in vista, vegani o vegetariani.
Si trattò essenzialmente di una produzione indipendente ideata e realizzata da una coppia di vegetariani e sottoposta all’attenzione di Gambero Rosso, il quale (coraggiosamente) accettò di acquistarla e pubblicarla sul suo canale, senza interferire troppo sulla linea editoriale e aggiudicandosi il primato di essere gli unici in Europa a proporre al grande pubblico qualcosa del genere.
I presentatori, Lara Rongoni (vegetariana, produttrice della serie) e Paolo Petralia (vegan, attualmente gestore del So What?!?, ristorante vegan di Roma), sono le colonne portanti della serie e ci conducono con simpatia, leggerezza ma anche profondità d’animo, nell’arco delle 10 puntate itineranti, nelle principali città italiane (Roma, Bologna, Firenze, Milano, Ferrara, Padova, Venezia…), alla scoperta di locali veg e personaggi più o meno famosi che hanno abbracciato (per svariati motivi) questa filosofia di vita o semplice dieta alimentare.
Almeno 25 le location sotto i riflettori e 10 i personaggi intervistati: uno special guest per ogni puntata.
Tra questi il bassista dei Pooh Red Canzian e lo chef stellato Pietro Leeman.
Tra i ricordi indelebili per me, quello di Paolo Petralia che si lamenta delle forchettate invadenti della collega Lara :) Come dargli torto del resto, soprattutto quando lei – da vegetariana e non vegana – poteva concedersi un piatto estremamente invitante e lui no! :D
Vi lascio con qualche video della serie TV che è possibile reperire su YouTube:

Prima puntata

Roma. Ospite di questa puntata è il geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi, vegetariano-ambientalista.

Seconda puntata

Roma-Firenze. Ospite di questa puntata è l’attrice Claudia Zanella, vegetariana-animalista-salutista.

Terza puntata

Roma. Ospite di questa puntata è l’aiuto regista e produttore Inti Carboni, vegetariano.

Quarta puntata

Milano. Ospiti di questa puntata sono il drammaturgo Moni Ovadia (vegetariano) e sua moglie, la stilista Elisa Savi (onnivora).
Dulcis in fundo, Paolo e Lara sono ospiti presso il ristorante vegetariano Joia dello chef stellato e vegetariano Pietro Leemann.

Quinta puntata

Firenze. Ospite di questa puntata è il tatuatore Rino Valente, vegetariano.

Sesta puntata

Venezia-Cittadella-Treviso. Ospite di questa puntata è Red Canzian, il bassista dei Pooh, vegan.

Ottava puntata

Ospiti di questa puntata sono il musicista Yu Guerra e la compagna scrittrice Eleonora Fatigati, entrambi vegetariani.

Nona puntata

Ospite di questa puntata è l’artista contemporaneo Nico Vascellari, vegetariano.

Decima puntata

Ospite di questa puntata è l’attivista di Sea Shepard, Giacomo Giorgi (“Josh”), vegan-animalista.

Puntate finite! Non ci resta che sperare che Gambero Rossa decida di offrirci una seconda stagione!

Per saperne di più su “Né carne né pesce”, qui trovate alcuni link utili:

Pagina Facebook: Né carne né pesce
Il libro: Né carne né pesce. Vegetariani e vegani ai fornelli

Editore: Newton Compton

Autore: Lara Rongoni

Per saperne di più su Paolo Petralia, qui trovate la sua intervista BIGvegan:

So What?!?…Intervista BIGvegan a Paolo Petralia!

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Chef Martino Beria: Intervista #BIGvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/chef-martino-beria-intervista-bigvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/chef-martino-beria-intervista-bigvegan#comments Sun, 13 Sep 2015 10:24:32 +0000 http://www.vegangame.it/?p=1072 Chef Martino Beria

Dopo la pausa estiva riprendiamo la tanto amata rubrica #BIGvegan e lo facciamo con un’ospite d’eccezione qual è Chef Martino Beria. Chef preparato e appassionato ma anche divulgatore carismatico con un passato da insegnante e musicista che lo aiuta oggi a sentirsi a suo agio nel formare centinaia di persone attraverso corsi di cucina vegan ...

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Chef Martino Beria

Dopo la pausa estiva riprendiamo la tanto amata rubrica #BIGvegan e lo facciamo con un’ospite d’eccezione qual è Chef Martino Beria.

Chef preparato e appassionato ma anche divulgatore carismatico con un passato da insegnante e musicista che lo aiuta oggi a sentirsi a suo agio nel formare centinaia di persone attraverso corsi di cucina vegan sia di base che professionale, per persone comuni o per operatori del settore alberghiero e della ristorazione.

Molti di voi lo conosceranno già, è probabilmente lo chef professionista più amato tra vegani e vegetariani. La sua è una cucina vegetariana nel senso stretto e originale del termine, senza dunque alcun ingrediente di origine animale. La base operativa digitale dalla quale diffonde insieme al suo Staff tutte le sue iniziative è il portale Lacucinavegetariana.it

Di lui mi colpisce l’atteggiamento equilibrato e disponibile, l’impegno e la passione per una divulgazione che tiene in considerazione sia aspetti scientifici che culturali e, soprattutto, il progetto a lungo termine, ben preciso quanto ambizioso: costruire le basi in Italia per una nuova cultura gastronomica basata su ingredienti di origine vegetale.

In che modo? Attraverso un’informazione mirata ad aumentare la consapevolezza generale sulla nostra alimentazione, riscoprendo i tantissimi piatti vegan della cucina tradizionale italiana e aiutandoci ad operare una valida e consapevole sostituzione di ingredienti animali e ricette onnivore che ormai sono entrate a far parte della nostra storia.

Conosciamolo meglio attraverso la sua intervista!

Chi è Chef Martino Beria e quali esperienze hanno formato l’uomo e il professionista di oggi?

Produrre arte è qualcosa di innato nella mia vita. Non posso definirmi chef puro, perché nella vita ho provato tante cose, fatto tanti lavori, studiato molto e alla fine ho deciso di non lavorare solo in ristorante. La necessità di creare mi ha sempre portato a sperimentare le cose della vita: quelle pratiche e manuali mi hanno sempre attratto molto. Così a 16 anni, invece di andare a fare il cameriere o qualsiasi altro lavoro estivo, ho chiesto ad un ristorante se potessi lavorare come aiuto in cucina. Penso che quella, la mia prima stagione in una cucina professionale, sia stata fondamentale per farmi capire cosa significhi lavorare come cuoco e portarmi dove sono ora. Gli anni passati come musicista ed insegnante mi hanno fatto capire le persone, l’importanza della comunicazione. Quando nel cuore senti che una delle vocazioni è l’insegnamento, non importa cosa insegni, sai che lo fai con passione e dedizione.

Come descriveresti lacucinavegetariana.it e cosa rappresenta per te questo progetto?

Lacucinavegetariana.it è mia figlia, e come ogni bambino, non può essere concepito da una persona sola. Io e Antonia Mattiello, mia compagna di vita da ormai più di 10 anni, abbiamo deciso un giorno dell’aprile 2013, di dare luce ad un’idea, un’esigenza che ci avrebbe aiutati nel nostro percorso, inizialmente come vegetariani e poco dopo come vegani. A volte, immaginare che è tutto virtuale, che se dovessimo rimanere senza fonti di energia il sito svanirebbe e il significato di tutto il nostro lavoro si perderebbe, mi fa pensare molto. Così, credo che LCV sia nel mio cuore, che alla radice sia espressione della nostra passione e della voglia di cambiare le cose in Italia. E’ il nostro contributo alla comunità per dare una possibilità al mondo di essere diverso.

Che atmosfera si respira in una redazione vegana?

Il lavoro inizia già la mattina a colazione, con il primo caffè americano e quel suo profumo biscottato. Si stendono le liste dei task della giornata e si discutono nuove idee: a volte la colazione si protrae per ore! Poi non c’è mai una giornata uguale all’altra: alcuni giorni il telefono squilla all’impazzata, altri giorni stiamo al computer tra mille mail, commenti e programmazione, poi ci sono le trasferte (sempre più numerose) e l’organizzazione dei corsi.
Insomma aria di novità costanti e di movimento!

Cosa ti piace di più del tuo lavoro e quanta creatività permette di esprimere?

Adoro conoscere persone sempre diverse che con la loro esperienza sanno darmi tanto e mi permetto di credere di poter piantare un piccolo seme di consapevolezza in ognuno di loro. Amo osservare le facce di chi assaggia i miei piatti: lo stupore iniziale, e l’appagamento successivo. Come in ogni lavoro creativo, la libertà ha bisogno di essere incanalata in uno stile di vita ordinato e organizzato. Direi che la creatività sia direttamente proporzionale all’organizzazione, altrimenti sarebbe difficilissimo ricordare tutte le idee, tenere testa ad un’agenda fittissima e non perdere qualche pezzo per strada. Almeno per me funziona così.

Qual è stato il momento che ha segnato il cambiamento del tuo stile di vita? Com’è cambiata la tua vita dopo la scelta vegana?

Ho cambiato stile di vita quando sono diventato buddista. Una volta compresi alcuni concetti è impossibile rimanere impassibili e continuare indolenti nel carnismo. Dopo essere diventato vegano ho capito di avere uno scopo importante e la mia vita è cambiata: mi sono dedicato anima e corpo alla divulgazione.

In che modo i tuoi corsi e la tua cucina avvicinano le persone al mondo vegan? Qual è l’insegnamento principale che vorresti trasmettere?

Fondamentalmente il concetto che esprimo è: “niente estremismi e buona cucina”. Con l’estremismo non arriviamo da nessuna parte, non è il mio modo di fare. Io do il mio esempio di equilibrio e la mia esperienza, e se qualcuno vuole seguirmi posso solo che esserne felice. Oggi in Italia mancano punti di riferimento gastronomici nell’ambito vegan, tanto che bisogna creare una cultura gastronomica a partire da ciò che sappiamo fare meglio: cucinare. Non dobbiamo dimenticare che siamo italiani, che la cucina l’abbiamo nel sangue e abbiamo alle spalle una tradizione gastronomica invidiabile, ricca di esempi di cucina vegana, alla quale sono state fatte aggiunte dettate da mode o interessi economici. L’insegnamento principale di fatto è “chiedetevi il perché delle cose”.

Cosa consigli a che vorrebbe diventare uno Chef vegano? C’è un iter formativo e professionale utile da seguire?

Ad oggi, diventare chef vegano è possibile seguendo la propria strada: certamente bisogna avere esperienza nel campo, ma non deve mai mancare la determinazione e l’inventiva. Sono più per l’esperienza di vita che una formazione inquadrata e ripetibile. Non importa che scuola hai fatto, o quanti corsi hai seguito: tutto dipende da te, dalla tua forza di volontà, dalla fantasia e dal tuo karma.

A chi si rivolgono i tuoi corsi di cucina e dove si svolgono solitamente?




Quando insegno, parlo in modo che chiunque possa seguirmi e trarre qualcosa di essenziale: che tu sia alle prime armi o che tu sia un professionista, voglio trasmetterti un’esperienza importante, che ti faccia ragionare differentemente. E’ per questo che tengo corsi non solo in Veneto ma in tutt’Italia. Da settembre girerò molto, di pari passo con l’uscita del nostro primo libro di ricette e vegan-lifestyle, “Vegano Gourmand” edito da Gribaudo-Feltrinelli.

Quali sono i servizi principali che offrite e le collaborazioni più stimolanti per voi?

Siamo a disposizione delle aziende del settore alimentare e della comunicazione per offrire loro consulenza: tra le varie attività ci impegniamo nella creazione di menù vegani, ricettazione di nuovi prodotti, redazione di foto e video ricette, direzione di staff per eventi, conferenze, show cooking. Ogni collaborazione è fortemente stimolante, in quanto ogni azienda è un mondo a sé e sa arricchirti in modo sempre diverso.

Bilancio ad oggi ed obiettivi per il futuro?

Ad oggi siamo in attivo di soddisfazione, che è il principale carburante per alimentare la creatività. Abbiamo fatto tanta strada da quando il sito era solo un’idea embrionale, espressa ad un tavolo con amici. Ci poniamo come obiettivo di far sentire la nostra voce da sempre più persone, e per questo le novità non finiranno mai! Sarebbe sicuramente bello poter far parte di una riforma della mensa scolastica.

L’intervista purtroppo è finita ma ci lascia sognare con un altro progetto interessante…in bocca al lupo per tutto! Io sono con voi.

Per saperne di più su Chef Martino Beria e lo Staff de Lacucinavegetariana.it, qui trovate alcuni link utili:

Sito Web: Lacucinavegetariana.it
Pagina Facebook del Sito Web: Lacucinavegetariana.it
Pagina Facebook dello Chef: Chef Martino Beria

Ringrazio di cuore Martino Beria per il tempo che mi ha dedicato e invito tutti alla prossima intervista della rubrica #BIGvegan!

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