BIGvegan: Le Interviste! – VEGANGAME https://www.vegangame.it Crescere Vegan! Fri, 06 Mar 2020 12:32:56 +0000 it-IT hourly 1 Intervista #BIGvegan a Silvia di “Ratatouille”: Pasticceria, Bar, Ristorante & Negozio 100% Vegan a Torino! https://www.vegangame.it/business-vegan/intervista-bigvegan-silvia-di-ratatouille-pasticceria-bar-ristorante-negozio-vegan-torino https://www.vegangame.it/business-vegan/intervista-bigvegan-silvia-di-ratatouille-pasticceria-bar-ristorante-negozio-vegan-torino#respond Sat, 15 Apr 2017 07:12:22 +0000 http://www.vegangame.it/?p=2810 Ratatouille Vegan Torino

Torino, città magica, capace di grandi trasformazioni alchemiche, come magica e alchemica lo è per me questa attività vegan che osservo da mesi attraverso la loro pagina Facebook e che mi ha colpito soprattutto per la sua Pasticceria. Sappiamo tutti come la pasticceria (attualmente) tradizionale sia, ahimé, la seconda attività, subito dopo la macelleria, ad ...

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Ratatouille Vegan Torino

Torino, città magica, capace di grandi trasformazioni alchemiche, come magica e alchemica lo è per me questa attività vegan che osservo da mesi attraverso la loro pagina Facebook e che mi ha colpito soprattutto per la sua Pasticceria.

Sappiamo tutti come la pasticceria (attualmente) tradizionale sia, ahimé, la seconda attività, subito dopo la macelleria, ad attingere alla vita degli animali e che la filiera del latte sia legata a doppio filo a quella della macellazione.

Una Pasticceria così invece fa sognare, e fa da apripista a quella del futuro. Perché sui dolci, ricordate, non si scherza! :) Devono essere dolci sul serio, dall’inizio alla fine, non solo per gli occhi e per il palato!

Sto parlando di Ratatouille, la prima pasticceria vegan in Italia che, oltre a fare dolci spettacolari (guardate le foto per credere!), scopro essere anche bar, ristorante e negozio completo di prodotti gastronomici e non. Tutto ovviamente 100% vegan!

Li ho contattati qualche giorno fa, in pieno periodo pre-pasquale, e sinceramente non ero convinta di ricevere una loro risposta, né tantomeno mi aspettavo di ricevere la loro intervista in pochissimo tempo, proprio ieri, a soli 2 giorni da Pasqua, con tutto il lavoro possibile e immaginabile che un’attività come la loro può avere sotto le feste!

E invece eccola qua :) E tutto questo mi fa pensare che siano persone disponibili, attive, appassionate e ben organizzate.

Il mio Grazie dunque è grande, come il loro lavoro!

Ecco a voi l’intervista con le mie domande e le risposte di Silvia! Buona lettura :)

Cos’è Ratatouille?

Ratatouille è un posto unico nel suo genere perché racchiude tutte le tipologie di vendita e di somministrazione cibo unito a un bio vegan market molto fornito. Infatti è un ristorante con menù alla carta e con piatti cucinati sul momento, una sempre fornita gastronomia d’asporto dove si possono trovare antipasti, primi, secondi e contorni. I piatti spaziano dalla cucina mediterranea, a quella tipica piemontese, all’etnica…fino ad avere un assortimento davvero per tutti i gusti. È anche una pasticceria vera e propria perché l’assortimento di pasticcini, biscotti, cioccolatini, torte, gelati, semifreddi e dolci tipici è davvero impressionante, e unita alla caffetteria e croissanteria offre colazioni uniche. Il caffè è un 100% arabica del commercio equo e solidale e tantissimi tipi di cappuccini vegetali danno ampia scelta. Il tutto contornato da un market interamente vegan con prodotti ricercati e in linea con le nostre idee che spaziano anche nel no-food artigianale come indumenti e oggettistica, oppure cosmetici e detersivi debitamente controllati.

Da dove nasce l’idea?

Da noi: Silvia e Fabrizio, una coppia nella vita che voleva trasformare un lavoro estremamente pieno di derivati animali, come la pasticceria tradizionale, in un lavoro in linea con la scelta di vita personale. Ma avendo Fabrizio un’esperienza ventennale e un grande talento anche in cucina non abbiamo rinunciato al salato. Inoltre su Torino 6 anni fa mancava davvero tutto. Serviva un Ratatouille!

Cosa vi piace di più del vostro lavoro?

La parte migliore del nostro lavoro è andare a dormire la sera sapendo di non aver ucciso nessun essere vivente: non ha prezzo!

Chi sono i clienti?

Davvero tutti! Vegani, vegetariani, onnivori, intolleranti, salutisti, curiosi, avventori ignari, scettici, insomma chiunque da noi può trovare ciò che gli piace.

Come si svolge la vostra giornata tipo?

È sempre una corsa contro il tempo, la mattina alle 6 si preparano i croissant, la focaccia genovese e tutta la colazione per poter sfornare tutto fresco all’apertura delle 10:00, e poi si corre…. Il pranzo è frenetico e in un attimo è già tempo di merende e spesa… per poi arrivare agli aperitivi e alla cena. La brigata è ben organizzata e professionale, ma il numero enorme di servizi che diamo non ci lascia tregua.

Bilancio ad oggi e obiettivi per il futuro?

Bilancio positivo è dire poco, le difficoltà non mancano, anzi ne abbiamo di più rispetto a chi non è interamente vegan, ma abbiamo grinta! Obbiettivi per il futuro? Ci sono un paio di grossi progetti in fase di decollo ma siamo scaramantici e preferiamo aggirare la domanda… l’obbiettivo e la sfida più grande è sempre comunque quella di continuare così!

Cosa consigliereste a chi volesse seguire il vostro esempio?

Consigliamo di specializzarsi, studiare, e fare esperienza prima di improvvisarsi perché gli attacchi per la nostra scelta di vita sono dietro l’angolo più che mai. E non ultimo servire sempre ciò che voi mangereste per primi senza cadere in estremismi modaioli che nel lungo periodo non pagano.

Due segreti della vostra cucina

Tradizione: perché più un prodotto è famigliare più sarà facile avvicinare le persone
Innovazione: perché chi si ferma è perduto!

Top 5 dei vostri prodotti più richiesti

1. Pasticcini mignon, tutti!
2. Le nostre torte
3. I nostri croissant
4. Le focacce e pizze
5. I nostri agnolotti al vino rosso

Ho visto sulla vostra pagina Facebook delle bellissime foto con prodotti artigianali tradizionali rivisitati in chiave vegan. Com’è andata quest’anno con panettoni e colombe?

È andata benissimo, ogni anno cresce il numero di richieste da tutta Europa e presto non sarà più sufficiente lo spazio che abbiamo per soddisfare tutti. Ma stiamo già organizzandoci, non temete. La ricetta è unica, inimitabile: leggera e gustosa…provare per credere!

L’intervista purtroppo è finita, ringrazio Silvia per il tempo che ci ha dedicato!
Spero vi sia piaciuta! Personalmente trovo sempre molto interessante scoprire un po’ il “dietro le quinte” delle attività che mi piacciono! :)

Per saperne di più su Ratatouille, qui trovate alcuni link utili:

Sito Web: RatatouilleVeganFood.com
Facebook: Ratatouille Vegan Food
Instagram (con tantissime altre belle foto della loro produzione artigianale!): Ratatouille Vegan Food

E infine ci siamo, anche quest’anno è Pasqua, ne approfitto per augurare buona Pasqua a tutti!

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Jordy Poggi e la Thailandia: intervista al talentuoso Raw Vegan Chef bolognese! https://www.vegangame.it/business-vegan/jordy-poggi-la-thailandia-intervista-al-talentuoso-raw-vegan-chef-bolognese https://www.vegangame.it/business-vegan/jordy-poggi-la-thailandia-intervista-al-talentuoso-raw-vegan-chef-bolognese#respond Wed, 02 Mar 2016 15:59:55 +0000 http://www.vegangame.it/?p=1611 Jordy Poggi

Oggi conosciamo meglio Jordy Poggi, giovanissimo Vegan Chef originario di Bologna trasferitosi di recente in una piccola isola della Thailandia che si chiama Ko Phangan. Di lui mi avevano colpito i piatti realizzati presso il CambioLogico di Forlì per i colori, gli ingredienti e la complessiva bellezza. I sapori? Immagino siano stati all’altezza delle aspettative, ...

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Jordy Poggi

Oggi conosciamo meglio Jordy Poggi, giovanissimo Vegan Chef originario di Bologna trasferitosi di recente in una piccola isola della Thailandia che si chiama Ko Phangan.
Di lui mi avevano colpito i piatti realizzati presso il CambioLogico di Forlì per i colori, gli ingredienti e la complessiva bellezza. I sapori? Immagino siano stati all’altezza delle aspettative, purtroppo posso giudicare soltanto attraverso le foto che ho mangiato con gli occhi…
Da allora lo seguo con piacere su Facebook dove è stato recentemente ribattezzato “Il tentatore perfetto” per lo stile di vita che promuove, in barba a noi poveri occidentali immersi nello stress del traffico cittadino, e per le foto che pubblica in riva al mare, sorseggiando una bevanda al succo di cocco o sulla sponda di una piscina che si affaccia su panorami incontaminati mozzafiato.
Tracce fotografiche dei suoi bagni di sole in versione nudista invece, chissà perché, ha deciso di non lasciarne.
In Thailandia si divide tra vari lavori differenti, perlopiù come educatore di stile di vita sano, etico e consapevole attraverso corsi e consulenze in una clinica detox, l’Orion Healing, e anche come manager del reparto cucina e capo chef in altre cliniche e spazi riservati a workshop ed eventi olistici e alternativi.

Nonostante i molti traguardi raggiunti per un ragazzo della sua età, Jordy è una persona alla mano e sempre disponibile per chi voglia saperne di più su come raggiungerlo nella sua isola preferita :)

Qualche giorno fa ho deciso di contattarlo. Questa è la sua intervista.

Chi è Jordy Poggi e cosa ci fa oggi in una piccola isola della Thailandia?

Nato in Romagna nel 1989, sono un’anima che cercando di seguire il proprio Dharma (compito individuale terreno) si affida alle chiamate della vita con lo scopo di condividere, attraverso le proprie esperienze, un cammino di consapevolezza a 360 gradi che insegna come la salute sia una perfetta armonia tra corpo, mente e spirito. Dopo anni passati a lavorare come chef vegan raw a Londra e in Italia, il destino mi ha successivamente portato in Thailandia, dove ho avuto modo di poter mettere in atto la mia principale vocazione lavorando in un centro detox in cui educo le persone su come adottare uno stile di vita responsabile e salutare assieme ad un team specializzato di praticanti olistici e medici alternativi. Parallelamente al lato lavorativo, sto impiegando la maggior parte del mio tempo per studiare e praticare sistemi olistici (reiki, ayurveda, meditazione) e argomenti inerenti alla sfera spirituale che va coltivata a pari passo di quella fisica per mantenere un adeguato stato di salute generale.

Cosa ti piace del posto in cui vivi adesso?

Mi piace il fatto di poter mettere in pratica quello che più mi gratifica nella vita, e cioè aiutare il prossimo condividendo i miei principi con persone meravigliose vivendo in una comunità di alti standard di consapevolezza e spiritualità in mezzo ad una natura incontaminata e spiagge cristalline dove rilassarsi, cantare e sorseggiare cocchi freschi caduti dagli alberi in totale libertà e naturalezza.

Cosa mangi? Sei tendenzialmente crudista o semplicemente vegano?

Non mi piace identificarmi in nessuna ‘etichetta’. Diciamo che sul lato alimentare ho una visione d’ insieme che tiene conto di principi ayurvedici, igienisti ed anche emozionali. Ognuno di noi è diverso ed ha un differente percorso sia futuro che passato fatto di imprintings e condizionamenti legati al proprio vissuto e alla propria famiglia, società e credenze. Ciò non significa alimentarsi esclusivamente in un determinato modo, ma piuttosto sapersi ascoltare e una volta imparato a conoscersi, concedersi anche consapevolmente quello che la mente e le emozioni ci chiedono in maniera responsabile). Ho comunque deciso di adottare una dieta etica da anni che escludesse qualunque prodotto di origine animale o dannoso per l’ecosistema fin dove possibile. Invito tutti ad informarsi sugli impatti sociali, ambientali e salutistici che una dieta inconsapevole porta con se.

Un esempio di cibo emozionale che piace a me! :) (Martina)
Chef: Jordy Poggi

Quando, come e perché è iniziato il tuo percorso vegan?

Il mio percorso di consapevolezza è iniziato molto presto verso l’adolescenza, mosso in prima linea da motivi salutistici che ho adottato sotto consiglio di un medico naturopata per curare alcuni malesseri che mi portavo dietro da anni e che nessun medico o specialista aveva saputo identificare o risolvere. Affascinato dai risultati che un’alimentazione più naturale mi aveva portato, ho iniziato ad interessarmi all’ambito nutrizionale e alimentare per soddisfare la mia personale curiosità e voglia di sapere. Mi si è aperto un mondo e i motivi etici sono subentrati di pari passo.

“Easy and simple zucchini fettuccine w/ creamy green coconut and tomato sauce. Out of this world.” J.P.

E il tuo percorso professionale?

Essendo un’anima creativa e artistica, sono sempre stato affascinato ed interessato alla cucina perché trovo sia un modo per esprimersi e raccontarsi. Ovviamente non potevo non conciliare il mio lavoro in cucina con il mio stile di vita e i miei principi, sono quindi partito per Londra dove ho lavorato presso i migliori ristoranti vegan e raw della capitale per affinare le mie tecniche e imparare dai migliori maestri i trucchi del mestiere.

“Attenzione al vuoto”. Primo giorno a Londra per Jordy Poggi

Sono poi rientrato in Italia dove ho collaborato con vari medici partecipando come chef a conferenze ed incontri sul rapporto salute-cibo. Nel frattempo mi sono specializzato in pratiche detox venendo a contatto con ambienti igienisti e sopratutto informandomi e sperimentando come libero ricercatore. Ora mi trovo in Thailandia per approfondire il mio percorso di consapevolezza concentrandomi sulla parte spirituale ed emozionale che gioca un ruolo fondamentale sulla salute a lungo termine e non solo.

Se ti dico “CamBio Logico” tu a cosa pensi? Cosa ha rappresentato per te quel periodo?

CambioLogico ha rappresentato un’enorme opportunità per mettermi in gioco e spingermi oltre le mie possibilità e quindi crescere nell’ambito professionale. Ho incontrato persone meravigliose con cui sono tutt’oggi rimasto in contatto e mi ha dato anche molta visibilità.

Cheesecake alla Fragola di Jordy al CamBio Logico, ristorante vegan di Forlì

Oriente e occidente, quali sono le differenze che hai notato nelle piccole cose di tutti i giorni?

Il sistema e stile di vita del posto in cui mi trovo non è basato sul consumismo e quindi non c’è quell’intento comune di altri paesi più ricchi e sviluppati di dover ‘mostrare’ il proprio status economico per elevarsi sul piano sociale tramite vestiti alla moda o macchine costose. La vita è molto più pura e si basa su altri principi, più spirituali (buddhismo).

Il felicissimo coinquilino di Jordy posa sorridente per lo scatto

Come si svolge la tua giornata tipo lavorativa e la tua giornata tipo festiva?

Tutte le mie giornate (eccetto il sabato e i giorni di luna nuova e luna piena) iniziano alle 7.00 con la pratica Ashtanga (yoga) per circa 2 ore. In quanto tendo a sbilanciarmi spesso in Vata (principi ayurveda, ndr) la disciplina nella routine è indispensabile per persone come me per essere piu strutturati e meno perse nella mente che a volte crea confusione con mille pensieri. Dopodichè mi reco in spiaggia per rilassarmi e fare concentrato di sole e poi al lavoro dove mi occupo di corsi, consultazioni, formazione del personale e gestione della cucina a 360 gradi. La mia giornata libera si basa sul puro relax: mare cristallino, bagni di sole, massaggio thailandese con olii aromatici che non deve assolutamente mancare nella mia giornata e condivisione sociale con tante belle anime like-minded e tanti tanti eventi, musica e ballo.

Mare cristallino

In cosa consistono i tuoi ritiri spirituali o periodi di meditazione?

Sono solito partecipare a ritiri sciamanici. Queste cerimonie richiedono tanta fatica e lavoro, lavoro interiore e giorni di preparazione e una grande forza di volontà. Durante queste esperienze si vive un vero e proprio viaggio dantesco nella Divina Commedia, dove si affrontano i propri demoni nelle profondità dell’inferno fino ad arrivare in paradiso dove si incontra Dio. Se solitamente usiamo un 10% del cervello, durante queste cerimonie se ne usa fino anche al 100%, ciò significa quindi un elevamento delle facoltà che durante le normali giornate rimangono principalmente assopite e in certi individui completamente atrofizzate. Durante queste esperienze oniriche si hanno intuizioni, visioni, dialoghi con entità superiori e soprattutto grande introspezione che ci fornisce degli strumenti per migliorare le condizioni di vita di tutti i giorni e tanto altro.

“Non possiamo fare del cibo il nostro punto centrale nella vita” è un tuo commento a una discussione animata che recentemente ha avuto luogo su un gruppo Facebook. Ribadiamo il tuo concetto di salute: non solo alimentazione dunque…

L’alimentazione non cura e non guarisce, quello che fa la differenza è lo stile di vita a 360 gradi. La salute si ottiene tramite il raggiungimento di una perfetta armonia tra corpo, mente e spirito. Ciascuna parte è importante e vale tanto quanto le altre.

A differenza di tanti vegani, sembri sinceramente pacato, tranquillo, sereno, in pace col mondo. Come fai?

Bisogna saper rispettare ed amare tutti perchè ognuno di noi è su un diverso percorso di vita. Non tollero chi impone le proprie idee pensando di essere superiore. C’è anche da dire che molte anime ‘giovani’ devono ancora passare attraverso ripetute esperienze che servano ad indirizzarle verso un diverso percorso di vita legato alla visione dell’ uno e quindi fare il bene di tutti (per poi farlo in automatico anche a se stessi). E quando parlo di anime giovani non intendo persone giovani di età anagrafica, ma prlo di quante colte l’anima si è reincarnata attraverso varie esperienze terrene.

Olio di palma. So che hai avuto modo di vedere con i tuoi occhi le conseguenze devastanti per l’ambiente e gli animali. Cosa puoi dirci a riguardo?

Si, l’olio di palma è un grosso problema che sta affliggendo le popolazioni di dove questo prodotto è originario. Anche la fauna e la flora chiaramente ne risentono in prima linea. Qui si parla di interi ecosistemi distrutti. Invito quindi a controllare che negli ingredienti dei prodotti che si acquistano non sia presente tale olio ed evitarne il consumo, anche se molte volte viene generalmente indicato come ‘olio vegetale’ rendendone il riconoscimento molto arduo. Il mio consiglio è quello di prepararsi le pietanze in casa usando ingredienti vegetali, integrali, freschi e di stagione.

Quali obiettivi ti poni nei confronti del lavoro che stai svolgendo?

Di educare ed indirizzare verso uno stile di vita consapevole, per il bene di tutti.

Bilancio ad oggi e obiettivi per il futuro?

Il mio cammino è solo all’inizio. Per ora mi lascio guidare dalle ‘chiamate’ che ricevo dall’istinto e che mi portano sempre nei posti giusti al momento giusto, che sia Europa, America, Africa o Asia. D’altronde nulla succede per caso, c’è sempre un motivo, e questo è sicuramente il percorso che mi aspetta. Sono grato di aver canalizzato, ricevuto e capito la mia chiamata e poterla realizzare. Vivendo e focalizzandomi sul presente come unica verità, sono fiducioso che il futuro sarà radioso e mi regalerà soddisfazioni facendomi sentire gratificato. Quello che il cammino mi metterà davanti sarà la cosa giusta.

L’intervista è finita, per saperne di più su Jordy qui trovate il link al suo profilo Facebook: Jordy Poggi

Ringrazio Jordy Poggi per la disponibilità e il tempo che mi ha dedicato!

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A presto!
Martina

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“So What?!?”…Intervista #BIGvegan a Paolo Petralia! https://www.vegangame.it/business-vegan/so-what-intervista-bigvegan-a-paolo-petralia https://www.vegangame.it/business-vegan/so-what-intervista-bigvegan-a-paolo-petralia#comments Tue, 26 Jan 2016 08:18:41 +0000 http://www.vegangame.it/?p=1487 Paolo Petralia

Dopo avervi parlato di “Né carne né pesce”, la serie TV vegana-vegetariana andata in onda nel 2013 su Gambero Rosso, oggi conosciamo meglio uno dei miei beniamini vegan al maschile, Paolo Petralia, un personaggio televisivo che “personaggio” non è, uno chef (o cuoco se preferisce) ironico, arguto, diretto e con un’anima animalista. Vegano per etica, ...

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Paolo Petralia

Dopo avervi parlato di “Né carne né pesce”, la serie TV vegana-vegetariana andata in onda nel 2013 su Gambero Rosso, oggi conosciamo meglio uno dei miei beniamini vegan al maschile, Paolo Petralia, un personaggio televisivo che “personaggio” non è, uno chef (o cuoco se preferisce) ironico, arguto, diretto e con un’anima animalista. Vegano per etica, punto, ma senza avvertire il bisogno di insegnare o fare la morale a qualcuno.
Nel suo ristorante vegan a Pigneto di Roma, il So What?!?, può entrare chiunque senza sentirsi sotto processo, purché sia affamato e una buona forchetta :)
Non chiedetegli né le bacche di Goji né perché è vegano, mi raccomando, potrebbe arrabbiarsi e rispondervi “So What?!?” :D
Gli riconosco un’anima “dark”, di chi è duro fuori ma sensibile dentro!
Preparatevi a teschi e teschietti, ossicini, pietanze nere, tatuaggi, orecchini, maglie scure, coltelli e bandierine piratesche!

Confesso di aver preso da lui l’idea delle bandierine con il logo per le mie ricette! :)
© Foto di Matias Biglieri

A Pigneto, entrando nel locale, potrete entrare nel suo mondo che è fatto anche di tanta musica (punk, rock, metal…), film, oggetti e giocattoli! :)
Ammetto di conoscere poco il suo background culturale però mi piace, soprattuto quando l’attività lavorativa e la persona sono una sola cosa.

Basta parole, conosciamolo insieme attraverso le sue, iniziando così, con la mia classica domanda “semplice semplice”…tanto per cominciare :)

Chi è Paolo Petralia?

Qua uno dovrebbe rispondere trovando congiunzioni astrali tra fantapolitica spicciola e filosofia. Però sono piuttosto ancorato all’asfalto e quindi direi di essere un ex giovane ancora nella prima fascia dei 40, scarsamente alto, non direi bella presenza, ma nemmeno terribile, con una certa passione per la ristorazione, ombroso, ironico, non fumatore, sprezzante dell’esercizio fisico, appassionato di certa musica. 



Cos’è il So What?!?? e cosa rappresenta per te?

Nell’immediato della pausa domenicale tra pranzo e cena, il So What ?! rappresenta per il sottoscritto 14 ore lavorative scarsamente retribuite, ma essendo il datore di lavoro di me stesso probabilmente è inutile lamentarsene. In una panoramica più ampia oserei dire “una certa soddisfazione”. Nel senso che un’attività di ristorazione ancora in piedi al terzo anno senza una catena di investitori dietro, senza i proventi dei rapimenti dell’anonima sarda da riciclare, senza un doppio lavoro illecito a far da paravento… c’è da essere contenti. Il So What ?! in soldoni è un ristorante vegan. Semplice. Non abbiamo fini didattici o missionari. Ci piace mangiare, poi se sei vegan o non lo sei non ci interessa. Chi cerca una ristorazione consapevole può cercarla attraverso altri venditori di fuffa sul mercato. 


Come mai il nome “So What?!?? “ e il logo “dark”?

Dark è la prima volta che lo sento. Però va bene. Di ristoranti vegetariani et simili verdi ne ho visti fin troppi nel corso degli anni. Il So What ?!, e noi con lui, voleva rompere un po’ con questa tendenza. È un po’ la natura scanzonata del posto. Non facciamo proselitismo anche perché ci riteniamo dei maestri non tra i migliori. Al muro ci sono locandine di film di serie c e cose kitsch. Sicuramente spiazza un minimo la clientela. Però è stata anche la nostra fortuna essere in contrapposizione con l’ambiente della ristorazione simile. Sicuramente anche la cucina segue il trend.
Sapevamo di voler evitare nomi con colori, spezie, erbette, spesso care al settore. Abbiamo cercato, soprattutto nel nostro bagaglio musicale. Paradossalmente è colpa di Pink, ma anche un po’ degli Antinowhere League, coverizzati dai Metallica. Miles Davis invece l’abbiamo sempre snobbato. So What ?! è la risposta strafottente a chi ci chiede ironicamente il perché delle nostre diete bizzarre…

Quando e come è iniziato il tuo percorso vegan?

Nel 1994 all’incirca. Ero vegetariano già da qualche anno, però arrivava questa nuova tendenza spinta attraverso il nostro circuito musicale del veganismo. In quel momento un bel po’ di gente cambiò dieta all’interno di quella che si chiamava scena hardcore punk internazionale, senza eccezione per quella locale. Molti hanno lasciato nel corso del tempo come accadrà per questa ventata vegan degli ultimi anni probabilmente. Ho perso nel corso del tempo qualsiasi interesse per questioni salutiste etc, Ho digiunato prima di tanti, abbandonato i carboidrati, caffè etc salvo poi tornare a nutrirmi di zuccheri, carboidrati e chinotto. Se sono vegan è per motivi etici.

Quali obiettivi ti poni nei confronti del lavoro che stai svolgendo?

Rimanere aperti ancora un po’ conservando l’onestà nei confronti della clientela, dei propri lavoratori, degli f24 che paghiamo. Se riuscissi a lavorare quelle ore in meno sarebbe un desiderio eccessivamente borghese? Allora direi che potrebbe ricadere negli obbiettivi da raggiungere. Mi piacerebbe anche sdoppiare il So What ?! in altra sede, come aprire qualcosa a carattere streetfood che dir si voglia, ovviamente vegan. Però fondamentalmente propendo più per il carattere operaio che per quello imprenditoriale e la vedo difficile. Non per ultimo levare altro tempo alle 6 ore di sonno giornaliere potrebbe risultare complicato.

Come si svolge la tua giornata tipo?

Ci si sveglia già stanchi, si prende un caffè, ci si pendolarizza verso il ristorante fermandosi a diverse stazioni tipo via crucis tra fruttivendoli, supermercati, tipografi, fornitori di vario tipo. Ci si rifocilla sommariamente e si inizia la corvè di cucina in solitario. Nel corso del tempo arriveranno i collaboratori di vario genere. Si fanno proiezioni sulla serata, si affronta la clientela, si smantella tutto, si pulisce, ci si rifocilla meno sommariamente del pranzo ma nottetempo, si butta la mondezza, ci si ripendolarizza a casa. Pare un incubo eh? Francamente la figura dello chef che impartisce lezioni di vita e disserta sul benessere cosmico mi fa sempre sogghignare. Fondamentalmente la ristorazione è fatica.



Quali sono i principali segreti della tua cucina?

Non ci sono particolari segreti. Nel senso che non ci siamo proposti chissà quale alta cucina. L’onestà è la base fondamentale di quello che proponiamo in termini gastronomici. Cerchiamo di usare più possibile ingredienti freschi e di qualità, nella misura in cui ce lo concede la nostra fascia di prezzo, dettata dal quartiere, dal ristorante etc. Su quello faccio davvero i salti mortali.
Sinceramente ho sempre evitato una cucina troppo eterea. Ho sempre pensato che per star “leggeri” si sta a casa. Se mangio fuori mi devo divertire devo sentire sapori, magari forti, il sale. 


Polpette al So What?!?. Come la ricetta di nonna NON insegnava. © Foto di Matias Biglieri

Chi sono i clienti?

C’è un po’ di tutto. Probabilmente il quartiere tiene un po’ lontano il pubblico agèe. Abbiamo dai giovini transumanti di locale in locale per le vie della movida del Pigneto a coppie di tutte le specie, alle famiglie con bambini della domenica a pranzo. Quando prenotano per qualche strano motivo alcuni si sentono in dovere di mettere in evidenza se sono o meno onnivori, vegani etc. Però noi qua abbiamo voluto aprire un ristorante aperto a tutti, non un circolo culturale, non una sede della carboneria. Spesso c’è chi fa fatica e mette tutto assieme eco/vegan/solidale/bio/integrale/viverefinoa100anni, e noi siamo sicuramente di difficile comprensione, soprattutto perché scarsamente interessati all’aspetto salutista. Siamo anche non troppo gettonati dal giro animalista secondo me probabilmente perché poco didattici e venduti al sistema, hehe.

Dicono che il tuo ristorante sia pieno di cose “nerd” e “giocattoli” :D e che il bagno sia pulitissimo. Qual è l’oggetto o l’ambiente che ti piace di più del tuo ristorante e perché?


Dunque. Prima di aprire il mio ristorante – con mia moglie Alessandra tra l’altro, per niente menzionata fino a questo momento ma in realtà quando parlo di noi, intendo lei ed io – abbiamo girato per almeno 200 ristoranti vegetariani e vegan in mezzo mondo, più tutti quelli “normali” e soprattutto le pizzerie del paese in cui abitiamo. Io ho anche lavorato in diversi posti romani e non del settore. Bene o male sapevo come non volerlo il ristorante. Il come farlo è venuto poi dopo, abbiamo messo insieme uno spirito pop-trash anni 80, cinema di serie c possibilmente post nucleare e di fantascienza, un paio di architetti giovini, un po’ della collezione de i Micronauti della Gig di cui vado particolarmente fiero e non si sa per quale motivo dopo un po’ dall’apertura eravamo diventati un posto trend o comunque un locale in cui bisogna andare. Senza fingere tra l’altro, nel senso che ciò che c’è al So What ?! fa parte del mio background, del mio imprinting.
Il dinosauro Ampzilla dei Micronauti è uno dei miei preferiti. Trovo anche molto giovamento dalla presenza delle tavole da skate disegnate da Officina Infernale per Murder o il poster dell’amico Francesco Brunotti. Il gatto nero in ferro battuto fatto da mio suocero è particolarmente apprezzato in generale. Mi è valso anche il nomignolo di “il gatto” da varia gente di zona …

“Vegan“ è un’etichetta che racchiude tanti modi diversi di esserlo. Che vegano sei?

Mi fa piacere che parti da un’ampia gamma di vegan perché qua quando arriva la gente e pretende le bacche di goji e non ci sono fondamentalmente mi incazzo come una iena, “perché vegan = bacche di goji…” ok chiudiamo il capitolo che altrimenti degenero.
Sono un vegan per questioni animaliste. Ci sarebbe anche dell’altro dietro come un vago salutismo, l’avere a cuore i problemi ambientali del mondo, ma nel corso del tempo e causa l’eccessivo dissertare sull’argomento me ne sono chiamato fuori. Se uno dovesse essere duro a puro a tutti i costi se ne starebbe nella baita e passare il tempo a vedere scorrere il ruscello.

Sei stato il conduttore vegan della serie TV “Né carne né pesce” andata in onda nel 2013 su Gambero Rosso, cosa puoi raccontarci di questa esperienza? La rifaresti? Abbiamo speranze di rivederti in TV per una seconda stagione? Se sì, permetteresti ancora a Lara Rongoni, la conduttrice vegetariana, di mangiarti nel piatto?


Ahaha, come no, anzi ci rimarrei male se non lo facesse. Credo che il Gambero fondamentalmente non abbia possibilità di produzione in esterni come è avvenuto per Né Carne. Il programma è stato valido proprio perché itinerante, il che significa una certa spesa da affrontare. Quindi temo non ci sarà una seconda stagione. Lara nel frattempo ha scritto un omonimo libro di ricette vegetariane e vegan, ma fondamentalmente si occupa di produzione con la propria casa Sonne Film. Io ho invece un po’ di ricette video circolate su Huffington Post, Gambero Rosso, Puntarella Rossa etc , presenze su Alice, Tv2000, Rai, libri da scrivere che difficilmente finirò…
Al momento delle riprese, durate quasi un mese fuori casa, ancora non avevo aperto So What ?! e adesso come adesso non so se potrei riuscire a conciliare le due cose. L’esperienza è stata divertente, a tratti estenuante (2 pasti interi consumati in due ore a Firenze per esempio… ) e mi ha dato anche occasione di rivedere un po’ di persone che non vedevo da tempo, rinsaldare rapporti umani, che non fa male alle volte, perché no.

Bilancio ad oggi ed obiettivi per il futuro?

Oh, io vengo dal punk ed il futuro è sempre stata una cosa a cui credere poco. Essere ancora su strada dopo due anni nella ristorazione romana senza avere a disposizione chissà quali mezzi economici è un bel traguardo già di per sé. Quanto ad obbiettivi, faccio una vita che mi consente di averne fino a dopodomani. Già giovedì prossimo è visto come una data lontanissima a cui guardare. Anzi no, in realtà mercoledì e giovedì ho Ben Hirst, allievo di Gualtiero Marchesi, fondatore del Necci al Pigneto (notissimo punto di ritrovo della movida locale e non), in cucina a fare una serata street food british style in chiave vegan.
Mi piacerebbe fare tante cose. Sia in campo lavorativo che nella vita. Fondamentalmente bisognerebbe trovare la chiave per continuare a fare quello che faccio al momento, con onestà e coerenza ma magari senza annoiarsi nel corso del tempo.

© Foto di Matias Biglieri

L’intervista è finita, per saperne di più su Paolo Petralia, qui trovate alcuni link utili!

Sito Web del So What?!?: Sowhatvegan.com
Pagina Facebook del So What?!?: “So What?!?” Ristorante
Il canale YouTube: VeganRiot666
Il libro di ricette: Vegan Riot. La rivoluzione bolle in pentola. Ricette vegan per cuochi ribelli

L’orto del So What?!?

Se volete conoscerlo di persona, non perdetevi il prossimo evento (27 gennaio – 28 gennaio) organizzato da lui e sua moglie Alessandra. Trovate tutti i dettagli su Facebook, l’evento si chiama: “Punk Vegan not dead & God Bless So What?!?”:

“Una due giorni nel cuore della cultura punk inglese con lo chef Ben Hirst che affiancherà Paolo nella cucina del So What?!? Piatti punk realizzati appositamente per il pubblico del Pigneto.”

Pagina Facebook dell’evento: Punk Vegan Not Dead!

Vi lascio con una sua video-ricetta, Buiomega!:D

Ringrazio Paolo Petralia per la simpatia e per il tempo che mi ha dedicato!

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Chef Martino Beria: Intervista #BIGvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/chef-martino-beria-intervista-bigvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/chef-martino-beria-intervista-bigvegan#comments Sun, 13 Sep 2015 10:24:32 +0000 http://www.vegangame.it/?p=1072 Chef Martino Beria

Dopo la pausa estiva riprendiamo la tanto amata rubrica #BIGvegan e lo facciamo con un’ospite d’eccezione qual è Chef Martino Beria. Chef preparato e appassionato ma anche divulgatore carismatico con un passato da insegnante e musicista che lo aiuta oggi a sentirsi a suo agio nel formare centinaia di persone attraverso corsi di cucina vegan ...

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Chef Martino Beria

Dopo la pausa estiva riprendiamo la tanto amata rubrica #BIGvegan e lo facciamo con un’ospite d’eccezione qual è Chef Martino Beria.

Chef preparato e appassionato ma anche divulgatore carismatico con un passato da insegnante e musicista che lo aiuta oggi a sentirsi a suo agio nel formare centinaia di persone attraverso corsi di cucina vegan sia di base che professionale, per persone comuni o per operatori del settore alberghiero e della ristorazione.

Molti di voi lo conosceranno già, è probabilmente lo chef professionista più amato tra vegani e vegetariani. La sua è una cucina vegetariana nel senso stretto e originale del termine, senza dunque alcun ingrediente di origine animale. La base operativa digitale dalla quale diffonde insieme al suo Staff tutte le sue iniziative è il portale Lacucinavegetariana.it

Di lui mi colpisce l’atteggiamento equilibrato e disponibile, l’impegno e la passione per una divulgazione che tiene in considerazione sia aspetti scientifici che culturali e, soprattutto, il progetto a lungo termine, ben preciso quanto ambizioso: costruire le basi in Italia per una nuova cultura gastronomica basata su ingredienti di origine vegetale.

In che modo? Attraverso un’informazione mirata ad aumentare la consapevolezza generale sulla nostra alimentazione, riscoprendo i tantissimi piatti vegan della cucina tradizionale italiana e aiutandoci ad operare una valida e consapevole sostituzione di ingredienti animali e ricette onnivore che ormai sono entrate a far parte della nostra storia.

Conosciamolo meglio attraverso la sua intervista!

Chi è Chef Martino Beria e quali esperienze hanno formato l’uomo e il professionista di oggi?

Produrre arte è qualcosa di innato nella mia vita. Non posso definirmi chef puro, perché nella vita ho provato tante cose, fatto tanti lavori, studiato molto e alla fine ho deciso di non lavorare solo in ristorante. La necessità di creare mi ha sempre portato a sperimentare le cose della vita: quelle pratiche e manuali mi hanno sempre attratto molto. Così a 16 anni, invece di andare a fare il cameriere o qualsiasi altro lavoro estivo, ho chiesto ad un ristorante se potessi lavorare come aiuto in cucina. Penso che quella, la mia prima stagione in una cucina professionale, sia stata fondamentale per farmi capire cosa significhi lavorare come cuoco e portarmi dove sono ora. Gli anni passati come musicista ed insegnante mi hanno fatto capire le persone, l’importanza della comunicazione. Quando nel cuore senti che una delle vocazioni è l’insegnamento, non importa cosa insegni, sai che lo fai con passione e dedizione.

Come descriveresti lacucinavegetariana.it e cosa rappresenta per te questo progetto?

Lacucinavegetariana.it è mia figlia, e come ogni bambino, non può essere concepito da una persona sola. Io e Antonia Mattiello, mia compagna di vita da ormai più di 10 anni, abbiamo deciso un giorno dell’aprile 2013, di dare luce ad un’idea, un’esigenza che ci avrebbe aiutati nel nostro percorso, inizialmente come vegetariani e poco dopo come vegani. A volte, immaginare che è tutto virtuale, che se dovessimo rimanere senza fonti di energia il sito svanirebbe e il significato di tutto il nostro lavoro si perderebbe, mi fa pensare molto. Così, credo che LCV sia nel mio cuore, che alla radice sia espressione della nostra passione e della voglia di cambiare le cose in Italia. E’ il nostro contributo alla comunità per dare una possibilità al mondo di essere diverso.

Che atmosfera si respira in una redazione vegana?

Il lavoro inizia già la mattina a colazione, con il primo caffè americano e quel suo profumo biscottato. Si stendono le liste dei task della giornata e si discutono nuove idee: a volte la colazione si protrae per ore! Poi non c’è mai una giornata uguale all’altra: alcuni giorni il telefono squilla all’impazzata, altri giorni stiamo al computer tra mille mail, commenti e programmazione, poi ci sono le trasferte (sempre più numerose) e l’organizzazione dei corsi.
Insomma aria di novità costanti e di movimento!

Cosa ti piace di più del tuo lavoro e quanta creatività permette di esprimere?

Adoro conoscere persone sempre diverse che con la loro esperienza sanno darmi tanto e mi permetto di credere di poter piantare un piccolo seme di consapevolezza in ognuno di loro. Amo osservare le facce di chi assaggia i miei piatti: lo stupore iniziale, e l’appagamento successivo. Come in ogni lavoro creativo, la libertà ha bisogno di essere incanalata in uno stile di vita ordinato e organizzato. Direi che la creatività sia direttamente proporzionale all’organizzazione, altrimenti sarebbe difficilissimo ricordare tutte le idee, tenere testa ad un’agenda fittissima e non perdere qualche pezzo per strada. Almeno per me funziona così.

Qual è stato il momento che ha segnato il cambiamento del tuo stile di vita? Com’è cambiata la tua vita dopo la scelta vegana?

Ho cambiato stile di vita quando sono diventato buddista. Una volta compresi alcuni concetti è impossibile rimanere impassibili e continuare indolenti nel carnismo. Dopo essere diventato vegano ho capito di avere uno scopo importante e la mia vita è cambiata: mi sono dedicato anima e corpo alla divulgazione.

In che modo i tuoi corsi e la tua cucina avvicinano le persone al mondo vegan? Qual è l’insegnamento principale che vorresti trasmettere?

Fondamentalmente il concetto che esprimo è: “niente estremismi e buona cucina”. Con l’estremismo non arriviamo da nessuna parte, non è il mio modo di fare. Io do il mio esempio di equilibrio e la mia esperienza, e se qualcuno vuole seguirmi posso solo che esserne felice. Oggi in Italia mancano punti di riferimento gastronomici nell’ambito vegan, tanto che bisogna creare una cultura gastronomica a partire da ciò che sappiamo fare meglio: cucinare. Non dobbiamo dimenticare che siamo italiani, che la cucina l’abbiamo nel sangue e abbiamo alle spalle una tradizione gastronomica invidiabile, ricca di esempi di cucina vegana, alla quale sono state fatte aggiunte dettate da mode o interessi economici. L’insegnamento principale di fatto è “chiedetevi il perché delle cose”.

Cosa consigli a che vorrebbe diventare uno Chef vegano? C’è un iter formativo e professionale utile da seguire?

Ad oggi, diventare chef vegano è possibile seguendo la propria strada: certamente bisogna avere esperienza nel campo, ma non deve mai mancare la determinazione e l’inventiva. Sono più per l’esperienza di vita che una formazione inquadrata e ripetibile. Non importa che scuola hai fatto, o quanti corsi hai seguito: tutto dipende da te, dalla tua forza di volontà, dalla fantasia e dal tuo karma.

A chi si rivolgono i tuoi corsi di cucina e dove si svolgono solitamente?




Quando insegno, parlo in modo che chiunque possa seguirmi e trarre qualcosa di essenziale: che tu sia alle prime armi o che tu sia un professionista, voglio trasmetterti un’esperienza importante, che ti faccia ragionare differentemente. E’ per questo che tengo corsi non solo in Veneto ma in tutt’Italia. Da settembre girerò molto, di pari passo con l’uscita del nostro primo libro di ricette e vegan-lifestyle, “Vegano Gourmand” edito da Gribaudo-Feltrinelli.

Quali sono i servizi principali che offrite e le collaborazioni più stimolanti per voi?

Siamo a disposizione delle aziende del settore alimentare e della comunicazione per offrire loro consulenza: tra le varie attività ci impegniamo nella creazione di menù vegani, ricettazione di nuovi prodotti, redazione di foto e video ricette, direzione di staff per eventi, conferenze, show cooking. Ogni collaborazione è fortemente stimolante, in quanto ogni azienda è un mondo a sé e sa arricchirti in modo sempre diverso.

Bilancio ad oggi ed obiettivi per il futuro?

Ad oggi siamo in attivo di soddisfazione, che è il principale carburante per alimentare la creatività. Abbiamo fatto tanta strada da quando il sito era solo un’idea embrionale, espressa ad un tavolo con amici. Ci poniamo come obiettivo di far sentire la nostra voce da sempre più persone, e per questo le novità non finiranno mai! Sarebbe sicuramente bello poter far parte di una riforma della mensa scolastica.

L’intervista purtroppo è finita ma ci lascia sognare con un altro progetto interessante…in bocca al lupo per tutto! Io sono con voi.

Per saperne di più su Chef Martino Beria e lo Staff de Lacucinavegetariana.it, qui trovate alcuni link utili:

Sito Web: Lacucinavegetariana.it
Pagina Facebook del Sito Web: Lacucinavegetariana.it
Pagina Facebook dello Chef: Chef Martino Beria

Ringrazio di cuore Martino Beria per il tempo che mi ha dedicato e invito tutti alla prossima intervista della rubrica #BIGvegan!

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Chiara Meloni, in arte Chiaralascura: Intervista #BIGvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/chiara-meloni-in-arte-chiaralascura-intervista-bigvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/chiara-meloni-in-arte-chiaralascura-intervista-bigvegan#comments Mon, 18 May 2015 12:54:15 +0000 http://www.vegangame.it/?p=689 Chiaralascura

Riprendiamo la rubrica #BIGvegan con un’intervista molto interessante e sicuramente istruttiva per le giovani generazioni. Sto parlando dell’intervista a Chiara Meloni, in are Chiaralascura, una ragazza sarda che ha saputo invertire il comune senso di marcia adattando il lavoro alla sua vita (e non viceversa) per non piegarsi a una condizione lavorativa fatta di precariato ...

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Chiaralascura

Riprendiamo la rubrica #BIGvegan con un’intervista molto interessante e sicuramente istruttiva per le giovani generazioni.
Sto parlando dell’intervista a Chiara Meloni, in are Chiaralascura, una ragazza sarda che ha saputo invertire il comune senso di marcia adattando il lavoro alla sua vita (e non viceversa) per non piegarsi a una condizione lavorativa fatta di precariato e svilimento sia umano che professionale.
Un mix piuttosto raro dal mio punto di vista di talento, tenacia e sensibilità che le ha consentito di realizzare il sogno di lavorare in proprio rispettando i suoi ritmi e valori, facendo ciò che più le piace fare per vivere: disegnare.
Negli anni Chiara ha collezionato diverse collaborazioni importanti con associazioni e attività vegan e qualche impresa. Tra queste troviamo: Vegan come Koala, iVegan, La Casina di Alice, Dolce Vegan, La voce degli animali, The dog Foundation, Ippoasi, Gavol, Animals Asia, Ratatouille, Vegan Riot, Green Life, Lav, Veganzo, La voce degli animali, Petit pois rose, All Good Things Handmade, Il tuo koala, Merry Cherry Vegan, Per filo e per segno, Ragazzo Padre, Vegan days Pontedera, Vegan days Livorno, Vegan Italia…
La lista è veramente lunga! Ma chi è Chiaralascura? Conosciamola meglio attraverso le sue parole:

Chi è Chiaralascura e cosa rappresenta per te?

Chiaralascura è stata ed è la mia ancora di salvezza, un modo per lavorare facendo una cosa che amo, producendo solo cose che mi piacciono e rispettano la mia etica.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

La libertà creativa, il fatto di trasmettere un messaggio, poter gestire in libertà i miei orari (se ho scadenze posso lavorare anche fino a tarda notte, se sono più libera posso arrivare tardi in ufficio) e il mio spazio di lavoro e anche poter dire di no a certe cose.

Da dove nasce il tuo progetto?

Nel 2009 la mia vita era a un bivio: dopo la laurea specialistica, il master e lo stage pensavo che avrei finalmente trovato il lavoro per me. L’idea di stare in un’agenzia mi piaceva molto, i colleghi avevano tutti la mia età, erano persone stimolanti e con tante cose in comune con me; pensavo che avrei imparato e creato tanto, ma mi sono scontrata contro il muro della situazione lavorativa e contrattuale che ben conosciamo. La cosa mi ha buttato molto giù, sono una persona generalmente aperta, propositiva, che lavora bene in gruppo e regge lo stress ma ho bisogno di gentilezza, di un minimo di umanità e di feedback; essere sottopagata e, peggio, sottostimata, mi ha creato molta ansia e stress. Ho iniziato a disegnare per conto mio e il mio compagno mi ha spinto a creare delle magliette così per gioco. La scelta vegana era una cosa recente che mi aveva rivoluzionato un pochino la vita, le idee, le abitudini, quindi mi ha ispirato molto. Alla scadenza del contratto anziché rimanere alle stesse condizioni e continuare a fare la grafica ho deciso di fare un salto e cominciare a produrre seriamente le t-shirt. All’inizio veramente poche, non avevo fondi. Contemporaneamente con la partita iva facevo anche lavori di grafica e video da freelance e se mi avanzava qualcosa stampavo magliette. Nel 2011 ho lanciato una campagna di crowdfunding su Eppela che mi ha dato una base da cui partire e molta visibilità e lì la cosa si è fatta più seria.

Chi sono i clienti?

Vegani come me, vegetariani, ecologisti ma anche persone che apprezzano semplicemente il mio stile grafico. Sono più donne che uomini, perché forse sono un po’ troppo vezzosa, ma con la nuova collezione li sto un po’ conquistando.

Come si svolge la tua giornata tipo?

Sveglia alle 6:30-7 perché a quell’ora i gatti iniziano a graffiarti i piedi e il cane vuole uscire. Spesso prima di colazione guardo la mail, la pagina facebook, instagram e il negozio per controllare gli ordini. In teoria vado in ufficio alle 9 ma ho sempre 10-15 minuti di ritardo accademico. Poi una volta che sono lì dipende: posso avere dei lavori di grafica su commissione o per me, fare ritratti personalizzati per le tazze, stampare magliette, tazze, spille o borse, preparare i pacchi, fare un po’ di promozione o le foto, aggiornare il sito, rispondere alle mail. Nei momenti morti cerco modi per promuovere i prodotti. Il laboratorio non dista da casa quindi mi concedo la pausa pranzo con pennichella e poi torno a lavoro.

In che modo la tua attività avvicina le persone al mondo vegan?

Non ho strategie, io sono vegana e mettendomi in proprio la scelta di produrre eticamente e di “infilarci in mezzo” il veganismo è stata naturale. In passato sono stata intervistata da alcuni giornali o blog che hanno fatto passare il messaggio sbagliato: i vegani non sono il mio business, io sono una vegana che si è inventata un lavoro “creativo” e fa cose che indosserebbe lei stessa; se fossi una che guarda solo al profitto farei magliette I love bacon, statisticamente ci sono più onnivori che vegani. Credo che ci siano persone simili a me, che vivono questa scelta in modo simile, che apprezzano la mia ironia e altre che non lo fanno, per svariati motivi, ma ci sono marchi vegan per tutti i gusti al mondo quindi non mi metterò a produrre maglie fricchettone o maglie con animali squartati per piacere a tutti, anche perché non lo so fare.

Bilancio ad oggi e obiettivi per il futuro?

L’Italia è complicata per le imprese medie e per quelle minuscole come la mia, troppe tasse e poca equità. Sto coltivando l’idea di trasferire tutta la baracca all’estero. Tutto sommato comunque sono contenta di come vanno le cose.

Cosa consigli a chi vuole seguire il tuo esempio? Ci sono errori da evitare e aspetti meno piacevoli del tuo lavoro?

Non credo di essere un grande esempio però consiglierei comunque di provarci e magari provateci in fretta finché esiste ancora il regime dei minimi. La sincerità paga sempre, le imprese piccole possono sbagliare, se siete soli a gestire tutto sbaglierete di sicuro quindi cercate di rispettare sempre i clienti, di dar loro le risposte che vorreste ricevere in caso di problemi con un servizio o prodotto, non solo perché è meglio perdere dei soldi e dare un rimborso che perdere la faccia e la reputazione ma anche perché a livello umano veder svilito il duro lavoro che fate è molto spiacevole. L’aspetto più negativo è quando non si viene pagati (io lavoro anche conto terzi sia come grafica che come servizio di stampa), specialmente se come me siete timidi e arrabbiarvi vi riesce molto male. Molto fastidiose sono anche le richieste di prezzi bassissimi, le proposte di collaborazioni gratuite eccetera. In generale però è il lavoro migliore che potessi sperare di fare, certo ci si stanca e spesso la gente ti sminuisce perché “stai facendo solo disegnini” ma non lo cambierei con nulla (tranne vivere di rendita a bordo piscina, ma mi sa che non accadrà).

L’intervista purtroppo è finita e come al solito vi lascio con alcune considerazioni personali. Quello che più mi colpisce del percorso di Chiara non è tanto il dono naturale di saper disegnare quanto piuttosto la capacità (rara) di acquisire con lo studio e coltivare con determinazione nel tempo tutte quelle competenze che sono necessarie per trasformare un “semplice” disegno in un prodotto e un hobby in un lavoro. Conosco molte persone talentuose nel disegno che si fermano alla carta e non sanno andare oltre attraverso l’uso del computer. Chiara invece ha intrapreso un percorso di tutto rispetto e in linea con le sue passioni che alla fine le ha permesso di raccogliere i frutti desiderati. Penso nello specifico alla Laurea nell’ambito della Comunicazione e al Master Universitario in Multimedia Content Design. Completano il quadro una conoscenza approfondita e un uso sapiente degli strumenti messi a disposizione dal computer e dalla Rete, mi riferisco alla capacità di utilizzare software specifici per disegnare in digitale e stampare su svariati gadget, all’avvalersi di Eppela come piattaforma di crowdfunding, all’ottimo sito e-commerce che ha fatto realizzare e all’utilizzo costante e professionale dei social nertwork. Tutto questo nonostante la crisi e nonostante fisco e burocrazia italiana.
Mai come in questo caso mi viene perciò da pensare alla crisi come una matrigna che ci costringe a fare i conti con noi stessi, a palesare i nostri bisogni più veri e a tirar fuori gli attributi sotto forma di intuito delle nostre potenzialità, capacità e risorse che fino ad allora non pensavamo nemmeno di avere. La dimostrazione concreta che “volere è potere” e non tutti i mali vengono per nuocere. Altro che disegnini, Chiaralascura è una vera professionista.

Per saperne di più su Chiaralascura, qui trovate alcuni link utili:

Sito Web E-Commerce: Chiaralascura.com
Pagina LinkedIn: Chiara Meloni

Ringrazio Chiara per il tempo che mi ha dedicato e invito tutti alla prossima intervista #BIGvegan!

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A presto!
Martina

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Torre Morgana Agriturismo Vegan in Umbria: Intervista #BIGvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/torre-morgana-agriturismo-vegan-in-umbria-intervista-bigvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/torre-morgana-agriturismo-vegan-in-umbria-intervista-bigvegan#comments Sat, 18 Apr 2015 10:30:57 +0000 http://www.vegangame.it/?p=636 Torre Morgana Agriturismo Vegan

Non ci sono parole per descrivere quanto sia onorata di poter condividere oggi ed ospitare sul mio sito questa bellissima intervista, spero che sia di ispirazione anche per tutti voi! Proseguiamo dunque la rubrica #BIGvegan con Anna di Torre Morgana, lo splendido Agriturismo Vegan a Umbertide, in Umbria. 5 stelle su 5 su TripAdvisor, quasi ...

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Torre Morgana Agriturismo Vegan

Non ci sono parole per descrivere quanto sia onorata di poter condividere oggi ed ospitare sul mio sito questa bellissima intervista, spero che sia di ispirazione anche per tutti voi!
Proseguiamo dunque la rubrica #BIGvegan con Anna di Torre Morgana, lo splendido Agriturismo Vegan a Umbertide, in Umbria.
5 stelle su 5 su TripAdvisor, quasi 11.000 like su Facebook in circa tre anni di attività, amore e passione sincera per il proprio lavoro che diviene famiglia, natura, valori, condivisione e stile di vita, assumendo così i contorni di un sogno ad occhi aperti, quel sogno che tutti cercano nella vita e che si chiama autorealizzazione, dare un senso a ciò che si fa, o più “semplicemente”, felicità.
Torre Morgana ha un valore particolare per me, seguo da tempo gli aggiornamenti su Facebook e posso dire che non c’è al momento un’attività professionale che mi abbia ispirato più della loro. Se è vero che abbiamo tutti bisogno di esempi concreti e modelli di riferimento, Torre Morgana è tra i miei.
Ecco l’intervista che ho tanto desiderato per me e per i lettori di Vegangame:

Cos’è Torre Morgana e cosa rappresenta per voi?

Torre Morgana è la realizzazione del nostro sogno. Da anni cercavamo una casa che potesse accogliere, in un contesto naturale, noi, i nostri cani e cavalli. Volevamo iniziare una nuova fase della nostra vita, lontani dalla città, dai rumori, dall’aria ormai irrespirabile, da ritmi di vita frenetici, da un ambiente che non ci apparteneva e a cui non appartenevamo. Abbiamo trovato questo casale immerso nel bosco delle colline umbre e subito, per la prima volta, ci siamo sentiti veramente a casa. Torre Morgana è il nome che abbiamo scelto per questo luogo: “Torre” perché affiancata al casale c’è una antica torre di avvistamento medievale, adibita ora a camere per gli ospiti; “Morgana” dal nome della nostra prima cavalla. Ora Torre Morgana è un agriturismo, esclusivamente vegan, dove poter soggiornare, rilassarsi, stare a contatto con i nostri animali e con la natura che ci circonda e, forse, ritrovare se stessi.

Cosa vi piace di più del vostro lavoro?

Il nostro precedente lavoro ci soddisfaceva molto ed eravamo entrambi realizzati professionalmente (io ero psicoterapeuta e mio marito un imprenditore), ma ci mancava qualcosa. Desideravamo passare più tempo nella natura, con i nostri animali, dove far crescere la nostra bambina in un ambiente sano e semplice. Il nostro lavoro ora ci consente di essere coerenti con i nostri valori, di incontrare sempre persone nuove, stare con i nostri animali, avendo però dei ritmi più “umani”. Le nostre giornate sono sempre piene ed impegnative, ma riusciamo a gestire il nostro tempo e i vari impegni senza fretta, urgenza e stress.

Da dove nasce l’idea del menù vegan?

Io e mio marito eravamo vegetariani da molti anni e tre anni fa abbiamo aperto l’attività come agriturismo vegetariano e vegano. Abbiamo avuto da subito molte richieste tra i nostri ospiti di menu esclusivamente vegani. Così, gradualmente, abbiamo cominciato a cucinare solo vegan e ci siamo resi conto che questo tipo di cucina non è affatto complicata, costosa, impegnativa né limitata come purtroppo ritenevamo erroneamente. Ci siamo sentiti così davvero coerenti con i nostri valori e la nostra coscienza. Inoltre, a consolidare la scelta, abbiamo avuto molti riscontri positivi in termini di salute. Ci dispiace solo non aver fatto prima questa scelta e di non esserci informati correttamente prima. Ora le nostre colazioni e le nostre cene sono esclusivamente vegane.

Chi sono i clienti?

I nostri clienti sono coppie, famiglie con bambini, gruppi di amici, ma anche single, che cercano un posto immerso nella natura dove potersi rilassare, conoscere e osservare i nostri animali, incontrare animali selvatici, frequentare altre persone in un contesto non caotico e chiassoso, mangiare vegan, essere ospitati in un casale nel bosco ma anche in una posizione strategica per vedere le innumerevoli mete turistiche, paesaggistiche, storiche e naturalistiche che l’Umbria sa offrire. Sono ospiti che cercano una struttura dove sentirsi a casa, tra amici, dove si mangia tutti insieme in un unico grande tavolo, dove poter fare le proprie vacanze con il proprio cane, gatto (c’è chi è arrivato anche con un coniglio), dove la connessione wi–fi non è una necessità, perché c’è tutto un mondo intorno e dentro di se a cui connettersi!

Come si svolge la vostra giornata tipo?

Le nostre giornate sono regolate dalle stagioni e dalla presenza o meno degli ospiti. La mattina si preparano le colazioni per gli ospiti e si preparano anche le colazioni per gli animali! Abbiamo asinelle, cavalli, cani, gatti, galline e oche che la mattina hanno sempre appetito e si fanno sentire con i loro ragli, miagolii, abbai, nitriti…
Poi mio marito Massimo si dedica all’azienda e quindi a seconda della stagione c’è da potare, tagliare l’erba, aggiustare recinti, pulire i pascoli, seguire l’orto, raccogliere i frutti, tagliare la legna, sistemare la strada sterrata… Se ci sono ospiti fa loro da cicerone nell’azienda, li accompagna nei pascoli, organizza escursioni in fuoristrada, insegna a relazionarsi coi cavalli attraverso lezioni di equitazione naturale… Io invece mi dedico alle camere, alle attività dell’agriturismo, alla creazione e realizzazione del menu, e alla nostra casa, oltre alle esigenze che una famiglia comporta. I ruoli non sono comunque rigidamente fissati, a me piace molto dedicarmi all’azienda quando non ci sono gli ospiti e Massimo è un prezioso aiuto in cucina. La sua passione sono le torte e i dessert! Nel poco tempo libero che ci rimane ci piace stare coi nostri animali, concederci passeggiate nel bosco coi cani, giocare con le asinelle e i cavalli, oziare sull’amaca coi gatti, fare pic nic nel pascolo, raccogliere bacche e erbe selvatiche per impreziosire i nostri piatti, fare dei sonnellini nella casetta sull’albero…

In che modo la vostra attività avvicina le persone al mondo vegan?

Tra i nostri ospiti arrivano anche persone che vogliono provare e conoscere la cucina vegan. Assaggiare le nostre ricette, che condividiamo sempre, confrontarsi sulle paure e pregiudizi che spesso incombono su questo stile di vita, poter fare domande e esprimere curiosità e dubbi senza essere giudicati, osservare i nostri animali (alcuni di loro sono animali da reddito che abbiamo adottato, a cui abbiamo dato un nome, amore e un futuro), da un’opportunità di vedere che la scelta vegana è una scelta di vita che non priva di nulla, che non richiede sforzi immensi, che non danneggia la salute, che non è costosa, che non è estrema, ma che anzi arricchisce la propria vita di amore, empatia, compassione, salute e gioia.

Bilancio ad oggi e obiettivi per il futuro?

Siamo molto felici dei risultati raggiunti, anche se il lavoro è davvero impegnativo poiché siamo solo in due persone che seguono tutto. Siamo partiti senza esperienza alcuna nel settore e la passione e l’entusiasmo ci hanno aiutato. Per il futuro speriamo di mantenere la passione e questi livelli di professionalità e amore per il nostro lavoro.

Cosa consigliereste a chi vuole seguire il vostro esempio? Ci sono errori da evitare e aspetti meno piacevoli del vostro lavoro?

A chi vuole seguire il nostro esempio consiglio di seguire le proprie passioni e valori, senza ascoltare chi tenta di scoraggiarci. Noi abbiamo fatto alcune scelte nella conduzione della struttura che inizialmente non erano condivise dagli “esperti ” del settore. Ci siamo presi le nostre responsabilità, scegliendo non in base alla logica e al buon senso, ma basandoci su quello che ci piaceva e che ci rispecchiava. Abbiamo lasciato una vita sicura e solida, dei legami famigliari, delle sicurezze, andando incontro ad un futuro tutto da ricostruire, senza esperienza, senza certezze, con una bambina piccola, non proprio giovanissimi. Gli errori, che abbiamo sicuramente fatto, ad oggi li rifaremmo tutti. Non ci piace mai parlare di errori, ma di tentativi mal riusciti o strategie non efficaci, ma fondamentali quanto i successi, perché ci consentono di restare coi piedi per terra, di crescere, di migliorarsi sempre…
Per quanto riguarda gli aspetti meno piacevoli del nostro lavoro non me ne vengono in mente!
Certo qualche rinuncia c’è, avere gli animali ci “obbliga ” a dover rimanere qui, non potersi allontanare da casa per periodi lunghi… ma quando la tua casa è il luogo in assoluto dove più ami stare non c’è rinuncia alcuna.

Questa bellissima intervista è finita, spero che l’abbiate apprezzata tanto quanto me e mi concedo un’ultima osservazione. Pur non conoscendo Anna e Massimo di persona, non mi sarei aspettata un finale diverso, l’amore che mettono in ciò che fanno è cristallino. Un connubio invidiabile tra vita personale e vita professionale in cui il principale collante è l’amore e la coerenza con i propri valori. Farò tesoro di queste parole e mi ritrovo qui a confermare pubblicamente la mia stima e il mio interesse nei confronti di persone come loro, che hanno il coraggio di cambiare, tagliare i ponti col passato, inseguire la propria visione del futuro, assumersi quotidianamente le proprie responsabilità e restare in contatto con la parte più profonda della natura umana.

Per saperne di più su Torre Morgana, qui trovate alcuni link utili:

Sito Web: Torre Morgana
Pagina Facebook: Torre Morgana Agriturismo Vegano in Umbria

Ringrazio di cuore Anna per il tempo che mi ha dedicato e invito tutti alla prossima intervista #BIGvegan!

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A presto!
Martina

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Sara Samuel di Cucinando Su Ruote: Intervista #BIGvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/sara-samuel-di-cucinando-su-ruote-intervista-bigvegan https://www.vegangame.it/business-vegan/sara-samuel-di-cucinando-su-ruote-intervista-bigvegan#comments Sat, 21 Mar 2015 13:50:13 +0000 http://www.vegangame.it/?p=431 Cucinando su Ruote di Sara Samuel

Pronti, Partenza…Via! Iniziamo alla grande la rubrica #BIGvegan! Si parte con Sara Samuel di Cucinando Su Ruote e la sua Gigetta che sta portando in Italia lo Street Food Vegan. La sua proposta è davvero unica e originale e merita di inagurare questa raccolta di interviste ai BIG che stanno segnando la storia vegan in ...

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Cucinando su Ruote di Sara Samuel

Pronti, Partenza…Via! Iniziamo alla grande la rubrica #BIGvegan!
Si parte con Sara Samuel di Cucinando Su Ruote e la sua Gigetta che sta portando in Italia lo Street Food Vegan. La sua proposta è davvero unica e originale e merita di inagurare questa raccolta di interviste ai BIG che stanno segnando la storia vegan in Italia.
Come scrivevo nel post sulle 24 Idee di Business Vegan, tra tutte, questa è l’attività che mi incuriosisce di più. Curiosi anche voi?
“Sì”?!…allora vi lascio subito alle sue parole:

Chi è Gigetta e cosa rappresenta per te?

Gigetta è la mia cucina su ruote, con lei porto a spasso la cucina vegan con canapa.

L’idea di avere sede fissa mi ha sempre un po’ spaventata, amo i posti all’aperto e credo che piazze, parchi, strade siano i posti migliori dove far provare e pensare le persone; dove un’idea o un messaggio siano di più facile e immediata risposta.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

L’essere itinerante, incontrare tante diverse persone, gli scambi, le belle e sincere amicizie con i colleghi, andare per mercati….
Mi piace, quando devo schizzare da un festival di strada nel nord Italia, a una cena canaposa a 4 mani nelle splendide colline senesi, per poi, qualche ora dopo rischizzare su un treno per tornare in postazione su Gigetta, chiudere il festival e rimpacchettare tutto per partire!

Da dove nasce l’idea del menù vegan?

Mi è sempre piaciuto cucinare con pochi ingredienti, semplici ma gustosi.
Le avventure con Gigetta all’inizio non son state per nulla semplici, in quanto era presente una socia e solo alcuni piatti vegetariani.
Con il passare dei mesi ho inserito sempre più piatti vegetariani fino a un anno fa (maggio 2014) quando ho iniziato a proporre solo piatti vegan con canapa, e ho continuato l’avventura da sola.
Il pubblico ha accolto bene, incuriosito, e in quell’occasione ho avuto il piacere di incontrate Pietro Leeman e offrirgli un bicchiere di latte di canapa!

Spesso mi risulta incomprensibile come non si riesca a pensare a un panino che non sia pomodoro e mozzarella, che un patè di olive e una verdura secca, bollita, cotta che sia, va bene, che non per forza bisogna fare piatti astrusi, la nostra tradizione culinaria è molo più vegan di quello che si pensa!

Così mi è sembrata la scelta logica, amando cucinare e facendo questo di mestiere, mettere le ruote e partire!

Chi sono i clienti?

Dipende dalle situazioni..
Nelle manifestazioni di paese o provincia, le persone, soprattutto anziane, si stupiscono di vedere che la canapa si mangia ma conoscono la pianta, tutti in casa han lenzuola di canapa ricamate, e hanno visto o usato corde.
In un paesino del cuneese il macellaio ha portato a casa il pranzo vegan per se e la moglie, e poi è venuto a ringraziare della bella esperienza!!
Poi ci sono gli estremisti, che non sopporto, quelli so tutto io, fa male tutto, tutto certificato bio bla,bla,bla…
Persone curiose, golose, vegan, intolleranti al lattasio, è davvero vario perché in strada ci stanno tutti.
E poi i simpatici, ma questo succedeva di più all’inizio, che pensavano spacciassi erba…ma pian piano van sparendo..

Come si svolge la tua giornata tipo?

E qui passa un po’ la poesia..
sto sommersa dalla burocrazia, mail, documenti per partecipare ai vari eventi, timbri, nuove scartoffie per nuovi permessi, firme…la mattina sfuma così, credo si chiami lavoro d’ufficio, quello che io non volevo, non son capace, non voglio fare!
Da qualche tempo ricevo parecchie mail di persone che vorrebbero “buttarsi” nello streetfood, di giornalisti, blogger, nutrizionisti, rispondo a tutti con piacere, magari in ritardo, mi riempie il cuore e un po’ mi stranisce; questo però sottrae molto tempo in cucina che mi manca…
Riparto per le scorribande culinarie tra qualche giorno, mi rifarò in questi mesi in gironzola!

Causa permessi l’attività quotidiana non riesco a svolgerla, ho provato varie soluzioni, anche il mercato ma non è stato possibile.
Per questo lavoro all’interno di eventi, festival dello streetfood in giro per l’Italia ( nati da poco ma sempre di più), feste private, collaboro con Libereso Guglielmo, giardiniere di casa Calvino, splendido e incantevole uomo, anarchico e vegetariano da generazioni; con lui proponiamo lezioni di cucina, spesso con altre cuoche erbose, è un progetto iniziato da poco che spero nei prossimi mesi prenda forma perché è davvero arricchente poter condividere e ascoltare esperienze così preziose!

Assieme a Francesco, amico e compagno di scorribande gigettare, produciamo croccante, pasta trafilata a bronzo, lui ne è un vero maestro, e biscotti, canaposi, che vendiamo insacchettati durante gli eventi.
Tempo rubato qua e là per sperimentare nuovi piatti da proporre su Gigetta o per la rubrica di cucina di DolceVita .
Ho un bimbo di 4 anni, Arturo e il pomeriggio è per lui.
Tra qualche giorno la quotidianità cambierà, sarò via 4/5 giorni alla settimana ed è tutto assai nuovo, un anno fa non pensavo a tutto questo!
Tra un po’ magari ti ridico…

Su Millionaire hai dichiarato di essere vegetariana dall’età di 18 anni. Il passaggio da un street food veg friendly a uno 100% vegano ha portato un cambiamento anche nella tua vita?

Le mie scelte alimentari non hanno trovato particolare appoggio negli anni, stufa di musi lunghi e pranzi famigliari rovinati a causa d’incomprensioni ho imparato ad adattarmi.
A casa cucino io, non uso derivati animali, mangiamo semplice: non finti affettati, no finti formaggi, non uso soia e cerco di autoprodurmi o comprare da persone fidate il maggior numero di cose, questo vale anche per il lavoro chiaramente!
Arturo è sempre stato libero di mangiare quello che riteneva (nel limite!), magari, rispetto altri bimbi, conosce più alimenti, mangia un sacco di verdura cotta, cruda e frutta.

Dopo parecchi anni di inviti a pranzo/cena, ho capito che quando c’è amore in quello che mi viene offerto vado oltre: la nonna della mia cara amica napoletana, che cucina da paura, proprio non ce la fa a fare la parmigiana senza la mozzarelle, le pare di farmela povera, la fa proprio per me, pensando a me! eccheffaccio…non la mangio? mi sembra una mancanza di rispetto e lei ci rimane male male.. poi a casa mia faccio come mi pare.

Bilancio ad oggi e obiettivi per il futuro?

Sono soddisfatta di come sta procedendo l’avventura e stupita dell’impennata che ha avuto lo street food negli ultimi mesi!
Gli obbiettivi sono tanti, il primo e più importante è quello di continuare a lavorare bene puntando sulla qualità e semplicità del prodotto, ampliando sempre più l’ offerta e coinvolgendo altri artigiani e appassionati.

Cosa consigli a chi vuole seguire il tuo esempio? Ci sono errori da evitare e aspetti meno piacevoli del tuo lavoro?

Consiglio di rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare, che è un mestiere meraviglioso ma fisicamente faticosissimo; di scegliere bene il mezzo, magari prima di comprarlo affittarne di diversi modelli per capire gli allestimenti, lo spazio. Io sono rimasta fregata dalla patente, per spostare Gigetta ci vuole la patente E, chi me l’ha costruita fa banchi da mercato, quindi mi ha fatto un mezzo che va bene per brevi tratti, i viaggi lunghi sono eterni e costosissimi. Una volta ferma però ci lavoro comoda!
Consiglio di concentrarsi su un prodotto e far sì che sia strepitoso piuttosto che avere una vasta scelta mediocre.

L’aspetto meno piacevole, come dicevo anche prima, è la quantità smodata e insensata di burocrazia, di permessi, questa dipendenza da internet, mail su mail…è snervante.

L’intervista è finita! Se anche voi siete innamorati di Gigetta, qui trovate tutte le sue prossime tappe in giro per l’Italia: Gigetta in Tour :)

Per approfondire l’argomento, qui trovate altre interviste rilasciate da Sara:

Intervista di Sara Samuel per Millionaire
Intervista di Sara Samuel per Il Fatto Quotidiano

Link utili:

Sito Web: Cucinando Su Ruote
Pagina Facebook: Cucinando Su Ruote

Ringrazio Sara Samuel per il tempo che mi ha dedicato e invito tutti alla prossima intervista #BIGvegan!

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Martina

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Benvenuti nella rubrica #BIGvegan! In questa pagina puoi trovare raccolte tutte le interviste esclusive alle aziende e ai professionisti che stanno segnando la storia del Vegan in Italia. Abbiamo iniziato con alcune realtà menzionate nel post 24 idee di attività vegan ma proseguiremo con tante altre aziende e professionisti che scopriremo strada facendo! Non puoi ...

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BIGvegan

Benvenuti nella rubrica #BIGvegan!

In questa pagina puoi trovare raccolte tutte le interviste esclusive alle aziende e ai professionisti che stanno segnando la storia del Vegan in Italia.

Abbiamo iniziato con alcune realtà menzionate nel post 24 idee di attività vegan ma proseguiremo con tante altre aziende e professionisti che scopriremo strada facendo! Non puoi mancare perciò, continua a seguirci!

Ecco le interviste fatte finora, catalogate per tipologia di attività professionale!

Ristoranti Vegan

1) Roma. So What?!?

Pasticcerie Vegan

1) Torino. Ratatouille

Chef Vegan

1) Bologna-Thailandia. Jordy Poggi

2) Padova. Martino Beria

Street Food Vegan

1) Torino. Cucinando Su Ruote

Agriturismi Vegan

1) Umbria. Torre Morgana

Fashion Design Vegan

1) Toscana. Chiaralascura

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