Chiaralascura

Riprendiamo la rubrica #BIGvegan con un’intervista molto interessante e sicuramente istruttiva per le giovani generazioni.
Sto parlando dell’intervista a Chiara Meloni, in are Chiaralascura, una ragazza sarda che ha saputo invertire il comune senso di marcia adattando il lavoro alla sua vita (e non viceversa) per non piegarsi a una condizione lavorativa fatta di precariato, sfruttamento e svilimento sia umano che professionale.
Un mix piuttosto raro dal mio punto di vista di talento, tenacia e sensibilità che le ha consentito di realizzare il sogno di lavorare in proprio rispettando i suoi ritmi e valori, facendo ciò che più le piace fare per vivere: disegnare.
Negli anni Chiara ha collezionato diverse collaborazioni importanti con associazioni e attività vegan e qualche impresa. Tra queste troviamo: Vegan come Koala, iVegan, La Casina di Alice, Dolce Vegan, La voce degli animali, The dog Foundation, Ippoasi, Gavol, Animals Asia, Ratatouille, Vegan Riot, Green Life, Lav, Veganzo, La voce degli animali, Petit pois rose, All Good Things Handmade, Il tuo koala, Merry Cherry Vegan, Per filo e per segno, Ragazzo Padre, Vegan days Pontedera, Vegan days Livorno, Vegan Italia…
La lista è veramente lunga! Ma chi è Chiaralascura? Conosciamola meglio attraverso le sue parole:

Chi è Chiaralascura e cosa rappresenta per te?

Chiaralascura è stata ed è la mia ancora di salvezza, un modo per lavorare facendo una cosa che amo, producendo solo cose che mi piacciono e rispettano la mia etica.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

La libertà creativa, il fatto di trasmettere un messaggio, poter gestire in libertà i miei orari (se ho scadenze posso lavorare anche fino a tarda notte, se sono più libera posso arrivare tardi in ufficio) e il mio spazio di lavoro e anche poter dire di no a certe cose.

Da dove nasce il tuo progetto?

Nel 2009 la mia vita era a un bivio: dopo la laurea specialistica, il master e lo stage pensavo che avrei finalmente trovato il lavoro per me. L’idea di stare in un’agenzia mi piaceva molto, i colleghi avevano tutti la mia età, erano persone stimolanti e con tante cose in comune con me; pensavo che avrei imparato e creato tanto, ma mi sono scontrata contro il muro della situazione lavorativa e contrattuale che ben conosciamo. La cosa mi ha buttato molto giù, sono una persona generalmente aperta, propositiva, che lavora bene in gruppo e regge lo stress ma ho bisogno di gentilezza, di un minimo di umanità e di feedback; essere sottopagata e, peggio, sottostimata, mi ha creato molta ansia e stress. Ho iniziato a disegnare per conto mio e il mio compagno mi ha spinto a creare delle magliette così per gioco. La scelta vegana era una cosa recente che mi aveva rivoluzionato un pochino la vita, le idee, le abitudini, quindi mi ha ispirato molto. Alla scadenza del contratto anziché rimanere alle stesse condizioni e continuare a fare la grafica ho deciso di fare un salto e cominciare a produrre seriamente le t-shirt. All’inizio veramente poche, non avevo fondi. Contemporaneamente con la partita iva facevo anche lavori di grafica e video da freelance e se mi avanzava qualcosa stampavo magliette. Nel 2011 ho lanciato una campagna di crowdfunding su Eppela che mi ha dato una base da cui partire e molta visibilità e lì la cosa si è fatta più seria.

Chi sono i clienti?

Vegani come me, vegetariani, ecologisti ma anche persone che apprezzano semplicemente il mio stile grafico. Sono più donne che uomini, perché forse sono un po’ troppo vezzosa, ma con la nuova collezione li sto un po’ conquistando.

Come si svolge la tua giornata tipo?

Sveglia alle 6:30-7 perché a quell’ora i gatti iniziano a graffiarti i piedi e il cane vuole uscire. Spesso prima di colazione guardo la mail, la pagina facebook, instagram e il negozio per controllare gli ordini. In teoria vado in ufficio alle 9 ma ho sempre 10-15 minuti di ritardo accademico. Poi una volta che sono lì dipende: posso avere dei lavori di grafica su commissione o per me, fare ritratti personalizzati per le tazze, stampare magliette, tazze, spille o borse, preparare i pacchi, fare un po’ di promozione o le foto, aggiornare il sito, rispondere alle mail. Nei momenti morti cerco modi per promuovere i prodotti. Il laboratorio non dista da casa quindi mi concedo la pausa pranzo con pennichella e poi torno a lavoro.

In che modo la tua attività avvicina le persone al mondo vegan?

Non ho strategie, io sono vegana e mettendomi in proprio la scelta di produrre eticamente e di “infilarci in mezzo” il veganismo è stata naturale. In passato sono stata intervistata da alcuni giornali o blog che hanno fatto passare il messaggio sbagliato: i vegani non sono il mio business, io sono una vegana che si è inventata un lavoro “creativo” e fa cose che indosserebbe lei stessa; se fossi una che guarda solo al profitto farei magliette I love bacon, statisticamente ci sono più onnivori che vegani. Credo che ci siano persone simili a me, che vivono questa scelta in modo simile, che apprezzano la mia ironia e altre che non lo fanno, per svariati motivi, ma ci sono marchi vegan per tutti i gusti al mondo quindi non mi metterò a produrre maglie fricchettone o maglie con animali squartati per piacere a tutti, anche perché non lo so fare.

Bilancio ad oggi e obiettivi per il futuro?

L’Italia è complicata per le imprese medie e per quelle minuscole come la mia, troppe tasse e poca equità. Sto coltivando l’idea di trasferire tutta la baracca all’estero. Tutto sommato comunque sono contenta di come vanno le cose.

Cosa consigli a chi vuole seguire il tuo esempio? Ci sono errori da evitare e aspetti meno piacevoli del tuo lavoro?

Non credo di essere un grande esempio però consiglierei comunque di provarci e magari provateci in fretta finché esiste ancora il regime dei minimi. La sincerità paga sempre, le imprese piccole possono sbagliare, se siete soli a gestire tutto sbaglierete di sicuro quindi cercate di rispettare sempre i clienti, di dar loro le risposte che vorreste ricevere in caso di problemi con un servizio o prodotto, non solo perché è meglio perdere dei soldi e dare un rimborso che perdere la faccia e la reputazione ma anche perché a livello umano veder svilito il duro lavoro che fate è molto spiacevole. L’aspetto più negativo è quando non si viene pagati (io lavoro anche conto terzi sia come grafica che come servizio di stampa), specialmente se come me siete timidi e arrabbiarvi vi riesce molto male. Molto fastidiose sono anche le richieste di prezzi bassissimi, le proposte di collaborazioni gratuite eccetera. In generale però è il lavoro migliore che potessi sperare di fare, certo ci si stanca e spesso la gente ti sminuisce perché “stai facendo solo disegnini” ma non lo cambierei con nulla (tranne vivere di rendita a bordo piscina, ma mi sa che non accadrà).

L’intervista purtroppo è finita e come al solito vi lascio con alcune considerazioni personali. Quello che più mi colpisce del percorso di Chiara non è tanto il dono naturale di saper disegnare quanto piuttosto la capacità (rara) di acquisire con lo studio e coltivare con determinazione nel tempo tutte quelle competenze che sono necessarie per trasformare un “semplice” disegno in un prodotto e un hobby in un lavoro. Conosco molte persone talentuose nel disegno che si fermano alla carta e non sanno andare oltre attraverso l’uso del computer. Chiara invece ha intrapreso un percorso di tutto rispetto e in linea con le sue passioni che alla fine le ha permesso di raccogliere i frutti desiderati. Penso nello specifico alla Laurea nell’ambito della Comunicazione e al Master Universitario in Multimedia Content Design. Completano il quadro una conoscenza approfondita e un uso sapiente degli strumenti messi a disposizione dal computer e dalla Rete, mi riferisco alla capacità di utilizzare software specifici per disegnare in digitale e stampare su svariati gadget, all’avvalersi di Eppela come piattaforma di crowdfunding, all’ottimo sito e-commerce che ha fatto realizzare e all’utilizzo costante e professionale dei social nertwork. Tutto questo nonostante la crisi e nonostante fisco e burocrazia italiana.
Mai come in questo caso mi viene perciò da pensare alla crisi come una matrigna che ci costringe a fare i conti con noi stessi, a palesare i nostri bisogni più veri e a tirar fuori gli attributi sotto forma di intuito delle nostre potenzialità, capacità e risorse che fino ad allora non pensavamo nemmeno di avere. La dimostrazione concreta che “volere è potere” e non tutti i mali vengono per nuocere. Altro che disegnini, Chiaralascura è una vera professionista.

Per saperne di più su Chiaralascura, qui trovate alcuni link utili:

Sito Web E-Commerce: Chiaralascura.com
Pagina Facebook: Chiaralascura shop: Negozio d’abbigliamento · Progettazione grafica · Serigrafia e ricamo
Pagina LinkedIn: Chiara Meloni

Ringrazio di cuore Chiara per il tempo che mi ha dedicato e invito tutti alla prossima intervista #BIGvegan!

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A presto!
Martina

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